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King Arthur: Il potere della Spada – Recensione

Torniamo a parlare di cinema con un film dai toni medievali fantasy diretto da Guy Ritchie - Divertimento e azione assicurati. 

Eccomi a scrivere una recensione, dopo un bel po' di tempo. Scusate l’assenza, ma stavo girando un film, “La stireria”, e realizzavo i contenuti video della trasmissione del Palio, cosi che il cinema non lo vedevo neanche con il cannocchiale. Detto ciò, parliamo di questo film: King Arthur – Il potere della spada.

Sostanzialmente, il regno è guidato dal perfido Vortigern (Jude Law), che ha ucciso suo fratello Uther Pendragon (Eric Bana) per arrivare alla corona, il cui potere sta crescendo sempre di più e per non avere intralci nella sua ascesa vuole trovare il giovane Artù (Charlie Hunnam), nonché suo nipote, per ucciderlo e impedire che quest’ultimo si avvalga del potere di Excalibur, essendo Artù il degno erede al trono.

Da una parte abbiamo un Re oscuro e perfido, interpretato molto bene da Law, e dall'altra un giovane ragazzo cresciuto a furia di botte e bordelli che sa il fatto suo, ma ignaro del suo sangue blu. Sono questi due personaggi che contraddistinguono tutto il film. È un classico scontro tra luce e oscurità, tra il cattivo e il buono, la storia in cui l'eroe libera il popolo oppresso dalla tirannia.

Appurato che la trama è un “classico”, come dico sempre “nulla di nuovo all’orizzonte”, cosa vi può spingere a vedere questo film? Ebbene, il motivo iniziale è proprio il fatto che abbia caratteristiche da “classico”, quindi una favola in chiave moderna e fantasy dai toni cupi che parte dal punto A e finisce al punto B. Mi piace sottolinearlo, perché non è così semplice avere un film che, per quanto non sia ricercatissimo, riesce almeno ad essere coerente con se stesso e ad intrattenere sempre senza perdersi mordendosi la coda. Il film alterna scene di epicità fantasy a scene comiche, passando per quelle drammatiche. Da questo punto di vista il film non manca di nulla e soprattutto non annoia mai.

Per fortuna, in cabina di regia c’è Guy Ritchie (The Snatch, Sherlock Holmes, Operazione U.N.C.L.E) che dà al film una marcia in più. Se il film non può vantare una trama straordinaria, non si può dire lo stesso della regia. Ritchie è uno di quei registi che sa come divertire lo spettatore. Il montaggio del film è di quelli stupendi, alla Ritchie. Tanti tagli di montaggio a rafforzare le scene, quasi sempre quelle simpatiche, che fanno veramente divertire.

Altra parte fondamentale, che senz’altro alza la valutazione di questo film che non ha alcuna pretesa di essere un capolavoro, è la colonna sonora. Realizzata da Daniel Pemberton, pura forza. Le tracce che accompagnano le immagini sono perfette per valorizzare tutto il girato. Un concentrato di… tamarraggine e grinta. Vi consiglio l’ascolto di “The Devil & The Huntsman” di San Lee e Daniel Pemberton, giusto per capire di che cosa sto parlando.

Da vedere? Non stiamo parlando di un film di Kubrick, quindi se siete per il cinema importante lasciate stare, ma se vi volete godere un fantasy realizzato bene, simpatico e grintoso, questo è il film che può fare per voi.

J.J. Bustamante – Make1Movie Production

Redazione
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Pubblicato il 11 Maggio 2017
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