Giancarlo Piatti, imprenditore di successo, la “sua” Geartec si occupa di lavorazioni meccaniche di precisione in materiale plastico, da molti anni prestato al mondo dello sport ed in particolare nelle ultime dodici stagioni, presidente di quella Bustese autore di un vero e proprio miracolo sportivo, passando dalla prima categoria alla serie D in brevissimo tempo.

E’ con lui che scambiamo quattro chiacchere dopo la trasformazione in SRL della società granata, divenuta come ben noto Bustese-Milano City, con un progetto che mira a dover essere, in un futuro prossimo, il terzo polo calcistico milanese.

Presidente, quest’anno il suo è un profilo estremamente basso, a differenza del recente passato in cui si esponeva spesso in prima persona. E’ una scelta ben precisa la sua?

Piatti: “Certo che lo è, bisogna essere consapevoli del proprio ruolo e del momento, anche se il mio periodo non lo ritengo finito, ora si tratta di iniziare un altro percorso, però il futuro, che sarà quello della Milano City dovrà essere portato avanti da altre persone, diciamo che io farò da traghettatore”.

E’ cambiata la denominazione ma è cambiato anche l’assetto societario, ora i ruoli sono molto ben definiti.

Piatti: “Il sottoscritto ora ha il 20%, il restante 80% e formato da un gruppo di imprenditori con le idee molto chiare soprattutto per poter effettuare il salto nel professionismo”.

Piatti è stato il fautore di molti progetti specie a livello calcistico ma non solo, questo come lo inquadra?

Piatti: “Questo è una cosa diversa dal sogno che ho sempre avuto, quello cioè di creare un polo sportivo dell’Altomilanese, ritengo che nel territorio ci sia una certa miopia, il fatto che ci siano sei-sette formazioni della zona in questo campionato è un dato assolutamente negativo, ho parlato con alcuni presidenti che a parole si sono detti d’accordo con me nel cercare di unire gli sforzi ma nei fatti poi non si riesce a concretizzare, però bisognerebbe avere il coraggio di mettere un manager a capo di un’organizzazione in cui si possa parlare di sport nel territorio. Ha davvero poco senso sprecare così tante risorse, quando tutti insieme o quasi avremmo potuto fare un campionato di serie C che rappresentava il nostro comprensorio che è uno dei più importanti d’Europa”.

Parliamo dell’aspetto tecnico, lei alla Bustese ha realizzato un’impresa, portando Busto Garolfo a livelli impensabili ed ottenendo due salvezze che valgono quanto una promozione.  Ora l’asticella si è alzata, la squadra allestita finora è in grado di fare quel salto di qualità tanto atteso?

Piatti: “Manca ancora qualche elemento, almeno tre o quattro, si sta parlando con alcuni giocatori provenienti da categorie superiori ma sempre giovani fa capire come si stia assemblando la squadra e Cusatis è un tecnico preparatissimo”.

Chiudiamo con una domanda “velenosa”. La Bustese e Busto Garolfo le hanno più dato o le hanno più tolto?

Piatti: “Preferirei parlarne alla fine di questo campionato anche se dal punto di vista delle esperienze, come tutte le esperienze della vita, mi piace parlare di quello che mi è stato dato, non guardo a ciò che mi è stato tolto, mi limito a dire che a campionato finito, farò il bilancio di questi dodici anni”.