«Ho fatto semplicemento quello che una persona con la mia professionalità doveva fare di fronte ad una emergenza del genere. L'ho fatto senza pensarci». A parlare è Stefano D'Amico, il medico anestesista dell'ospedale di Legnano che il pomeriggio del 23 agosto, a Bernate Ticino, ha ripescato dalle acque la bambina di sette mesi sprofondata nel Naviglio Grande. 

«Ogni tanto vado in quella zona a correre e ho sentito  le grida – racconta  D'Amico –  c'era una donna  in acqua e pochi metri a monte c'era una bicicletta completamente sommersa, con la bambina ancora legata al seggiolino». 

D'Amico, nuotatore esperto, si è gettato senza esitare nel Naviglio: la corrente era forte e non potendo raggiungere subito la bicicletta, alle sue spalle, si è lasciato trascinare verso la donna, a valle, aiutandola ad uscire dall'acqua. «A questo punto – spiega il medico residente a Garbagnate Milanese dopo una notte insonne  – sono risalito a monte e mi sono rituffato in acqua. Ho portato fuori la bicicletta e liberato la piccola che era già in arresto cardiaco. Ho cominciato le manovre di rianimazione (Bls) e con l'aiuto delle persone accorse sul posto abbiamo proseguito fino all'arrivo del medico del 118, dopo il cui intervento il cuore della piccola ha ricominciato a battere. Di casi delicati ne vedo purtroppo tanti, la differenza è che in questo caso sono intervenuto da normale passante e sono dovuto entrare nei panni di medico, all'improvviso, senza preparazione».

La bimba è stata portata con l'elisoccorso alla clinica pediatrica De Marchi a Milano dove è tutt'ora ricoverata. Nemmeno il medico è a conoscenza del suo stato di salute. «In  questo momento bisogna rispettare in tutto la privacy della famiglia», dice D'Amico. La speranza di tutti è che la piccola possa tornare a vivere una vita serena. 

Encomio da parte di Daniela Bianchi, sostituta del Direttore Generale Massimo Lombardo che ringrazia il medico dell'ospedale legnanese per l'intervento effettuato.