L'asma grave in età pediatrica all'Ospedale di Legnano si cura con i farmaci biologici. Il nosocomio cittadino è tra gli 11 centri in Italia che trattano questa patologia cronica con medicinali biologici.

Dopo un anno dal suo utilizzo, il primario del reparto Pediatria dell'A.O. legnanese, dr. Flores D'Arcais, ha raccolto dati positivi: «Dall'introduzione di questa terapia abbiamo in carico 4 bambini legnanesi e in quest'arco di tempo la loro qualità di vita è decisamente migliorata». Un bilancio che fa ben sperare, quello presentato dal primario durante un convegno dedicato all'argomento svoltosi recentemente.

Nel trattamento dell’asma grave la recente introduzione di farmaci biologici è e rappresenterà sempre di più un cambiamento rivoluzionario: «Si tratta infatti di “farmaci intelligenti” che interrompono la catena infiammatoria che sostiene l’asma bronchiale inattivando singole molecole – ha spiegato il primario D'Arcais –. In questo modo si differenziano profondamente dai cortisonici perché questa azione selettiva consente efficacia senza significativi effetti collaterali. Sono costituiti da anticorpi monoclonali umanizzati, prodotti sinteticamente in grado di legarsi e inattivare le singole molecole infiammatorie. Il termine “umanizzati” indica che sono del tutto simili agli anticorpi umani e pertanto non determinano nessuna risposta negativa da nostro sistema immunitario».

L’asma bronchiale colpisce circa il 5% della popolazione italiana in età pediatrica, ma nel 10% di chi ne soffre il quadro è particolarmente impegnativo. Sono dati che, secondo il primario, «si rispecchiano perfettamente sui casi registrati nel Legnanese. Sono diversi i bambini che non sanno di avere l'asma, non respirano tanto bene e si adattano. Solo con un accurata visita si può stabilire la presenza della patologia. Si tratta di una malattia cronica dalla quale non si può guarire ma migliorare».

Il medico ha poi ricordato che «l’asma grave” è caratterizzata da attacchi violenti che comportano frequenti ricorsi ai Pronti Soccorsi e talvolta alle ospedalizzazioni con significativi costi sia umani che sociali».