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«L’Ebola viaggia in aereo, non sui barconi dei profughi»

I dottori Viganò e Clerici dell'ospedale di Legnano rassicurano: «Nessuna preoccupazione perchè il virus arrivi da noi e comunque siamo organizzati per l'emergenza...

Ebola: una malattia grave e seria, ma assolutamente monitorata e tenuta sotto controllo. Non solo. A casa nostra, non vi è nessun caso, ne' un minimo sospetto d'infezione. 

Come si spiega, quindi, il timore del contagio nella popolazione? Solo perchè c'è la consapevolezza che manca una terapia?

Secondo il primario del reparto di Malattie Infettive dell'opedale di Legnano, drPaolo Viganò, a destra nella foto con il dr. Pierangelo Clerici,  primario di Microbiologia, il timore è «esagerato e infondato soprattutto perchè legato a una "cattiva" informazione».

Il dr. Viganò, che da anni svolge attività di consulenza medica per alcuni Paesi africani, oggi con accanto il dr. Clerici, fa chiarezza: «Bisogna smettere di pensare che gli africani arrivati sui barconi possano essere portatori della malattia. Non è possibile. Se uno di loro viene contagiato, muore prima di arrivare sulle coste Italiane. Infatti, i tempi di incubazione dell'Ebola sono brevi. Variano dai 7 ai 21 giorni. Per questa ragione, i potenziali portatori di questo virus sono coloro che tornano dalla Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, viaggiando in aereo e hanno avuto diretto contatto con le persone del posto. Parliamo soprattutto di volontari, missionari, tecnici che lavorano sul posto, contagiati da luquido biologico della persona malata. Quindi l'unico canale per portare l'ebola in Europa è quello aereo e non attraverso i viaggi della speranza, la cui durata spesso è di 6 mesi. Ma anche in questo ambito, sappiamo bene che esistono attenti controlli negli aeroporti che vantano un volo diretto proveniente dai paesi interessati. Aeroporti non italiani, perchè noi non abbiamo voli che provengono direttamente dalle zone colpite».

Una cosa è certa. Il virus dell'Ebola non fa paura ai medici dell'Ospedale di Legnano, pronti a intervenire in ogni evenienza, seguendo protocolli fissati dal Ministero della sanità e dalla Regione Lombardia: «Abbiamo linee guida ben precise da seguire – ha spiegato il dr.Clerici  -. Il personale di pronto soccorso nel momento in cui ha sospetti d'infezione da Ebola su un paziente deve allertate l'ospedale "Sacco" di Milano, l'unico ad avere un'ambulanza idonea per il trasporto di casi di questo genere e una stanza isolata. Il paziente dovrà poi essere trasportato a Roma al nosocomio Spallanzani specializato in malattie infettive: solo in questo presidio il paziente potrà essere curato. Ricordo inoltre che proprio da questo ospedale è partito il laboratorio mobile europeo per contenere la diffusione della malattia nell’Africa occidentale. Noi, insomma, siamo pronti ad ogni evenienza e, di sicuro, il pronto soccorso legnanese non verrà mai bloccato per allarmi di Ebola, a qualsiasi livello di rischio».

Si ricorda che per il momento Legnano non ospita profughi. In questi giorni, invece, è appena arrivato un gruppo di profughi a Busto Arsizio che, proprio per questioni di sicurezza (com'è riportato su Varesenews) è stato sottopostio a dettagliati controlli sanitari.

gea somazzi

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Agosto 2014
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