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Il liceo classico insegna a “inventare e astrarre”

La prof Marchesini del Galilei smentisce falsi miti sul liceo classico - A breve un'anteprima open day... Il liceo classico sposa la comunicazione

E’ opinione diffusa che ormai il percorso di studi classici sia antiquato e poco utile per affrontare una vita in cui sono sempre più richieste competenze informatiche e tecniche: a smentire questo falso mito la professoressa Roberta Marchesini, docente di greco, latino e italiano al liceo classico Galilei di Legnano. «Molti sono i motivi per frequentare questa scuola: infatti, non per forza ciò che all’inizio appare poco spendibile non si rivela poi di fatto utile. Gli effetti che il classico produce nello studente possono essere in parte colti in itinere, ma soprattutto vengono compresi al termine del percorso scolastico».

Aiuta il ragionamento – «La prima ragione per cui frequentare il classico – spiega la prof. –  è perché è bello», e a questo proposito i dati di AlmaDiploma parlano chiaro: chi ha scelto il classico in 74 casi su 100 lo rifarebbe. «Quello che si studia – prosegue – è interessante e permette di maturare una notevole sensibilità estetica, oltre ovviamente a moltissime altre competenze». Queste spaziano in numerosi ambiti, tra cui è importante segnalare la consapevolezza storica e civica, che si sviluppa grazie alla preponderanza degli studi umanistici e al legame che questi instaurano con la tradizione e il passato. Più di tutti gli altri licei, secondo la docente «il classico permette di conoscere le nostre radici e la cultura di cui siamo figli. Quello che si impara non ha un immediato scopo pratico, ma contribuisce allo sviluppo di logica, ragionamento, concentrazione e soprattutto alla crescita interiore della personalità, grazie al confronto con i temi e i valori della nostra cultura. Citando Gramsci: “Si imparano il latino e il greco per essere se stessi consapevolmente”».

Apertura mentale – Tra le varie ragioni per cui molte volte si consiglia questo percorso scolastico, per Marchesini, vi è quella della maturazione di una grande apertura mentale, «bisogna spiegare però in che modo. Questa scuola insegna un rigore metodologico, e grazie soprattutto alla traduzione sviluppa una capacità di analisi e di critica, nel senso etimologico di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Questo è fondamentale per la società in cui viviamo, dove i messaggi che recepiamo non sono mai univoci: bisogna saper scegliere ed essere liberi di farlo, e al classico vengono dati gli strumenti per formare questo spirito critico. L’esperienza dell’antico è importantissima poi per un approccio approfondito e non superficiale con le altre culture, sempre più necessario in un mondo globalizzato».

Perchè la traduzione – La traduzione di due lingue “morte”, momento centrale di questi studi, si rivela quindi molto più formativa di quello che generalmente si pensa: si possono acquisire versatilità e capacità di problem solving, cioè saper risolvere problemi complessi, abilità sempre più richiesta nel mondo del lavoro che non si limita solo ad eseguire meccanicamente un compito. «L’atto della traduzione richiede lo sviluppo di strategie mentali – sottolinea la prof – che possono essere applicate a qualunque ambito: analisi, ipotesi, collegamenti, sintesi, ragionamento… Una forma mentale che rimane per tutta la vita».

Una formazione completa – Si rassicurano così quanti temono che il liceo classico sia carente dal punto di vista scientifico e che al termine degli studi sarà impossibile frequentare una facoltà scientifica: nulla di più falso, in quanto è garantita una formazione completa, che soprattutto «insegna come imparare», come afferma la prof Marchesini. «I processi mentali, la logica e il ragionamento della traduzione sono gli stessi richiesti dalle materie scientifiche, e inoltre questa scuola fornisce gli strumenti concreti per imparare quello che si vuole. La scelta della facoltà deve essere orientata in base ai propri interessi, sia che si vogliano proseguire gli studi umanistici, sia che si voglia intraprendere una carriera scientifica. Certo all’inizio sarà richiesto un impegno maggiore, dettato dal fatto che quantitativamente un classicista si esercita meno in matematica rispetto ad altre scuole; ma la forma mentale e l’abitudine alla fatica permettono di affrontare uno studio consistente, sia qualitativamente che quantitativamente, in modo da portarsi velocemente alla pari e raggiungere risultati notevoli. Diceva infatti Olivetti che sono indispensabili gli ingegneri per concepire l’hardware, ma per inventare il software occorrono menti creative; e il risultato del classico è appunto un individuo in grado di inventare e astrarre, e che non è un mero esecutore».

Il vantaggio che hanno greco e latino è poi quello di permettere di capire il valore delle parole e di parlare e argomentare bene: una funzione comunicativa a cui la vicepreside Ornella Ferrario ha deciso di dedicare ancora più spazio inaugurando nel prossimo anno scolastico 2017/2018 l’indirizzo classico della comunicazione. Qui un servizio in merito

Per chi fosse interessato ad ulteriori dettagli, sabato 14 gennaio si terrà al liceo Galilei una anteprima open-day dalle 10.00 alle 13.00, in cui si daranno informazioni generali sulla scuola, sui progetti extracurricolari e sui due nuovi indirizzi (liceo classico indirizzo comunicazione e liceo scientifico indirizzo sportivo). Il personale sarà disponibile per rispondere alle domande delle famiglie.

Federica Kulka

Redazione
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Pubblicato il 12 Gennaio 2017
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