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“Un viaggio oltre le sbarre”: il carcere come maestro alle Barbara Melzi

Un incontro per conoscere e combattere le barriere dei pregiudizi, grazie alla collaborazione della direzione del Carcere di Busto Arsizio...

Giovedì 20 novembre, all'Istituto Barbara Melzi di Legnano si è tenuto un incontro con la direzione del Carcere di Busto Arsizio. Pubblichiamo di seguito il racconto di quattro studentesse.


Giovedì 20 novembre 2014, presso l'istituto Barbara Melzi di Legnano, si sono riunite le classi terze della scuola secondaria di primo grado e le classi quarte e quinte superiori del Liceo delle Scienze umane e dell’Istituto Professionale Socio-Sanitario. I ragazzi sono stati coinvolti nella realtà del carcere attraverso la direzione dell'istituto penitenziario di Busto Arsizio, composto dal direttore Orazio Sorrentini, dal comandante della polizia penitenziaria Antonino Rizzo e da Rita Gaeta, addetta all'area educativo-trattamentale.

Il direttore della struttura ha iniziato il discorso affermando che spesso il carcere viene visto come un mondo a parte: non per nulla si trova nelle periferie delle grandi città, proprio come è accaduto per il carcere di Busto Arsizio, situato al confine con Cassano Magnago. Il direttore ha proseguito il suo discorso puntualizzando l’importanza dell’articolo 27 della Costituzione, che afferma che la pena detentiva deve sempre tendere alla rieducazione del condannato. Il carcere è stato aperto al pubblico, permettendo la creazione di nuovi progetti riabilitativi e rieducativi, eliminando la struttura meccanizzata e inumana che vigeva negli anni precedenti la legislazione del 1975. Tutto ciò ha permesso al detenuto di riscattarsi a livello sociale.

La Signora Rita Gaeta dell'area educativo-trattamentale si occupa dell'osservazione scientifica del detenuto dopo la condanna definitiva. La sua missione non è solo quella di salvaguardare la società, ma anche quella di offrirle un uomo nuovo, pienamente reintegrato. Le attività che l’area educativa di Busto Arsizio propone sono il lavoro per la cioccolateria “Dolci libertà” all’interno della quale lavorano all’incirca 30 detenuti sostenuti da maestri cioccolatieri, la scuola per alfabetizzare i detenuti stranieri, i quali formano il 60% della popolazione carceraria di Busto, la scuola media superiore, i laboratori di pittura, muratura e il cineforum. È inoltre stato presente in passato un corso di panificazione sostenuto da una cooperativa che ha successivamente assunto tre detenuti.

Il Comandante Rizzo ha fornito dati numerici riguardanti il carcere di Busto Arsizio: esso ospita complessivamente 330 detenuti provenienti da tutto il mondo. Ha affermato che i detenuti ospitati nell’istituto sono di media sicurezza, cioè sono per lo più coinvolti  in omicidi, rapine, spaccio di sostanze stupefacenti e traffico internazionale. Il comandante non ha mancato di sensibilizzare il giovane pubblico a non sottovalutare la gravità del problema delle droghe.

Martina Fregoni, Chiara Mocchetti, Alessandra Scarpa, Virginia Stecchini

Redazione
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Pubblicato il 24 Novembre 2014
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