Finalmente svelati gli eventi che animeranno i sei mesi di Expo, raccontati oggi in conferenza stampa dal ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali con delega ad Expo Maurizio Martina, nella location d’eccezione di Pompei.

Quattro sono i filoni in cui si dividono gli appuntamenti principali dell’Esposizione. In primis le Giornate nazionali di Expo Milano 2015, dedicate ai singoli Paesi partecipanti, che per quel giorno saranno protagonisti e condivideranno tradizioni, saperi, cibi e tecnologie. Fanno da contraltare le Giornate internazionali di Expo, molte delle quali promosse dall’ONU, che richiameranno l’attenzione sulle sfide globali legate ai temi di questa edizione. Tra le tante, la Giornata dell’Europa, la Giornata mondiale della lotta alla povertà e quella contro il lavoro infantile. Tra il 18 maggio e il 6 luglio sarà protagonista l’imprenditoria femminile con gli eventi legati a Women for Expo. 11 saranno poi le Feste dei Sapori, giornate dedicate a un alimento: per citarne qualcuno, latte, caffè, pane, riso. Infine, tutti invitati alla Notte bianca del cinema e del teatro il 20 giugno.

L’inaugurazione del sito avverrà in due tempi. Si partirà nella serata del 30 aprile con un concerto dell’orchestra dell’Accademia della Scala in piazza Duomo. La voce sarà quella di Andrea Bocelli, e sullo sfondo verranno proiettate in anteprima immagini notturne del sito illuminato. Invece si è voluto che il primo maggio fosse un giorno di visita normale, come spiega il commissario unico per Expo Giuseppe Sala. Dunque apertura dei cancelli alle 10 e cerimonia di inaugurazione alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi intorno alle 12. Tutti gli eventi di Expo saranno coperti in diretta dalla Rai, sia attraverso i suoi 14 canali televisivi, sia attraverso radio e web.

Terminata la presentazione del calendario degli eventi, il commento finale viene lasciato proprio al premier Matteo Renzi, che cita provocatoriamente i cibi italiani “taroccati” e i prodotti cosiddetti “Italian sounding”, cioè dal nome italiano ma che italiani proprio non sono. «Ora dirò una cosa ambiziosa, quasi arrogante. L’Italia deve essere degna del proprio passato e della propria bellezza, altrimenti non si va da nessuna parte. Ma il futuro del nostro Paese può essere addirittura più interessante del passato».