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Carcere di Busto: “Ancora tanto da fare”

Radicali e Camera penale, nella loro visita hanno vista passi avanti, ma non abbastanza - Presente l'assessore legnanese Colombo...

Nella foto, da sinistra Giovanni Giuranna, Consigliere Comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano, Gian Piero Colombo (PD), Assessore alle Politiche Sociali di Legnano, Gianni Rubagotti, militante radicale, Roberto Aventi, Presidente della Camera penale di Busto Arsizio, Lorenzo Parachini, Consigliere della Camera penale di Busto Arsizio e Diego Mazzola, militante radicale.


Gianni Rubagotti e Diego Mazzola, militanti radicali hanno visitato il carcere della città varesina sabato scorso insieme al Presidente della Camera penale di Busto Arsizio Roberto Aventi. Con loro Lorenzo Parachini, Consigliere della Camera penale di Busto Arsizio, Gian Piero Colombo (PD), Assessore alle Politiche Sociali di Legnano e Giovanni Giuranna, Consigliere Comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano.

Hanno incontrato il Direttore Orazio Sorrentino e sono stati guidati nella loro visita e sono stati guidati da Rita Gaeta, Responsabile dell'Area Trattamentale.

«Stiamo facendo questo giro di visite nelle carceri per ringraziare i quasi 20.000 detenuti che hanno digiunato durante la marcia per l'Amnistia del 6 novembre scorso – ha dichiarato Rubagotti -. Queste iniziative sono possibili perché esiste un partito che si chiama Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che chiuderà fra 11 mesi se non avrà 3000 iscritti, ora ne ha 400. A ciascuno la scelta di permettere che la lotta per il diritto di tutti allo stato di diritto continui o finisca munendosi come prima o seconda tessera di partito di quella del Partito Radicale».

«La Camera Penale di Busto Arsizio ringrazia i radicali che ci hanno permesso di rientrare nel carcere dove eravamo già stati in altre visite soprattutto per monitorare le condizioni di vita che hanno i detenuti all'interno – ha aggiunto Roberto Aventi -. Dobbiamo dire che, insieme al collega Lorenzo Parachini dell'Osservatorio Carcere della nostra camera penale abbiamo notato un deciso miglioramento della struttura con il rifacimento dei bagni interni di alcune celle e alcune sezioni e aree comuni che sono state rifatte e hanno un aspetto decisamente più gradevole di quelle precedenti. Questo stride con la parte ancora da ristrutturare in cui è vero che ci sono molti meno detenuti alle precedenti perché si è passati da 3 persone in una cella a 2 persone. Rimangono delle condizioni che sicuramente sono di disagio e di degrado. Ci hanno detto che qualcosa è stato fatto e altro resta da fare. Aspettiamo questo altro che si deve fare».

L'assessore Colombo ha poi dichiarato «Ho potuto constatare personalmente quali sono le difficoltà ma anche le sperimentazioni e le innovazioni in atto all'interno del sistema carcerario per cercare di operare in un'ottica di recupero e reinserimento sociale e lavorativo di chi è costretto a fare questa esperienza della detenzione All'interno di questo carcere ho visto che ci sono cooperative e realtà produttive che permettono ai detenuti di acquisire delle competenze che possono poi servire per un loro percorso di reinserimento».

«Come amministratore – ha aggiunto Colombo grazie a questa visita ho avuto la possibilità di trarre degli spunti interessanti per una possibile collaborazione fra i servizi sociali e i servizi penitenziari sempre in un'ottica di recupero e reinserimento sociale degli ex detenuti. Sono progetti in cui in parte siamo già coinvolti. In questi anni abbiamo partecipato a delle progettazioni interessanti finanziate dalla Regione. Intendiamo proseguire su questa strada»

Altri problemi aperti sono una sezione per la fisioterapia dei detenuti che hanno bisogno di riabilitazione con 8 celle e solo 2 persone che la utilizzano e il fatto che il 70% dei detenuti siano stranieri presenti, di molte lingue diverse (c'è un solo mediatore culturale), il fatto che ci siano 2 persone sulle 6 necessarie nell'area trattamentale. 

Note positive sono “Dolci Libertà”, una cioccolateria interna che fa prodotti di pregio (senza glutine) e Casa Onesimo, un luogo finanziato dalla Regione che permette ai detenuti stranieri che hanno la famiglia lontana e quindi non potrebbero avere permessi premio di goderne.

Redazione
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Pubblicato il 23 Gennaio 2017
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