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Calano le assunzioni nell’Alto Milanese

Oltre la conclusione di Expo, la crisi accentuata sul territorio - L'analisi a cura dell'Osservatorio Socio Economico...

Cala l'occupazione nell'Alto Milanese in controtendenza rispetto al dato nazionale. Un dato dovuto da fattori eccezionali come la conclusione di Expo ma rafforzato da una crisi accentuata sul territorio. A dirlo è l'analisi a cura dell'Osservatorio Socio Economico "I mercati del lavoro locali: avviamenti, lavoratori avviati e cessazioni. 1° semestre 2016". 

Nell'Alto Milanese i nuovi contratti sono passati da un totale di 14mila nel primo semestre del 2015, a 11.223 nel primo semestre 2016, con un saldo negativo di meno 2.787 nuove assunzioni. Di questi, sono calati di oltre mille unità i contratti a tempo indeterminato, così come i parasubordinati. In quest'ultimo caso la discesa è dovuta all'uscita di scena dei contratti a progetto. Le aree in cui si assume di più sono quelle legate al commercio e ai servizi. L'industria, e in particolare l'attività manifetturiera, è quella in cui si registra un maggior calo di nuovi avvii al lavoro. La fine del contratto a termine è la maggiore causa di perdita del lavoro. 

«Per quanto a livello nazionale e regionale i primi sei mesi del 2016 segnino un miglioramento per la gran parte degli indicatori sul mercato del lavoro, in questo stesso periodo, l'Ovest Milano rileva, invece, un evidente ridimensionamento dei flussi occupazionali – è il commento di Andrea Oldrini, relatore dell'analisi – che è opportuno qualificare. Su base annua, infatti, le assunzioni scendono del -18,3%, passando da 24.482 (1° semestre 2015) contratti a 19.996 (1° semestre 2015) contratti e, parimenti, le cessazioni si riducono del -19,8% (da 24.275 a 19.458 comunicazioni)». 

«Questa dinamica – spiega Oldrini – in apparente controtendenza rispetto al dato nazionale, per essere compresa a fondo, va spiegata, oltre che sulla base degli andamenti congiunturali, tenendo conto del venir meno delle condizioni di eccezionalità che avevano caratterizzato in maniera del tutto anomala lo scorso anno. Al riguardo, occorre ricordare, in primo luogo, la conclusione di EXPO, in seconda istanza, la consistente riduzione degli sgravi contributivi associati alle assunzioni a tempo indeterminato (il cui tetto massimo, nel 2016, si abbassa a 3.250 euro annui, a fronte di un incentivo pari a 8.060 euro annui nel 2015) e, da ultimo, una serie di importanti novità normative collegate alla riforma della legislazione del mercato del lavoro.

Con il primo semestre, il sistema economico locale si riposiziona, dunque, sui livelli consueti, riallineandosi a quanto registrato negli anni 2011-2013, con l'importante novità, però, di un saldo positivo tra gli avviamenti e le cessazioni (+538 unità). Oltre a ciò, tra gli altri aspetti che qualificano questo periodo occorre ricordare la drastica contrazione del lavoro stabile (-1.802 assunzioni), divenuto, come si è visto, relativamente meno conveniente di quanto lo fosse nel 2015, e l'uscita di scena dei contratti a progetto (-1.423 avviamenti parasubordinati), sancita dal decreto 81/2015.

Il venir meno dei fattori esogeni che spiegano l'anomalia delle performances del 2015 e buona parte della contrazione degli avviamenti e delle cessazioni registrata nel primo semestre di quest'anno è un elemento che non riguarda solo l'Ovest Milano ma si ritrova in tutta la provincia. Ovunque, infatti, si notano delle tendenze abbastanza simili, salvo nel Sud Milano, dove, invece, parrebbe emergere un trend crescente che viene in luce confrontando, su base tendenziale, i primi sei mesi degli anni 2013-2016.

A parte quest'eccezione, pur condividendo le traiettorie dei mercati del lavoro provinciali, si coglie però, una nota distintiva che caratterizza in negativo l'Alto Milanese ed il Magentino – Abbiatense rispetto alle altre zone: il ritorno sui livelli degli anni 2011-2013 anzichè l'avanzata rispetto al 2014 ed agli anni addietro che generalmente si nota (Est Milano, Milano città, Nord Milano). Questo risultato riflette, tra le altre cose, una situazione non nuova per la zona, caratterizzata da una condizione di una relativa debolezza strutturale rispetto al resto dell'area Milanese, elemento che è stato particolarmente enfatizzato dalla recente crisi economica e che si ritrova nell'analisi dei flussi occupazionali depurati ora dai fattori esogeni che avevano contraddistinto il 2015. Il mercato del lavoro locale parrebbe, dunque, mostrare una maggiore rigidità che dovrebbe far riflettere e ribadire l'importanza di strutturare una serie di azioni di sistema che coinvolgano ad ampio raggio i vari attori presenti sul territorio».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Gennaio 2017
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