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Migranti a Expo da settembre, Rho ribadisce il “no”

La decisione dopo un vertice in prefettura - Sindaco Romano: "L'area deve tornare a verde, come da accordi...

Il sindaco di Milano rilancia e conferma il sì, il sindaco di Rho ribadisce il suo no. La questione dei profughi all'ex campo base di Expo divide i due esponenti del Partito Democratico. Dopo l'incontro di ieri (martedì 26) con il prefetto Alessandro Marangoni e il capo del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno, Mario Morcone, Beppe Sala non ha dubbi: «Dal primo settembre metteremo una prima quota di migranti nel campo base di Expo e stiamo trovando anche altre soluzioni per decongestionare le strutture che sono in una situazione difficile». 150 persone, dunque, pronte a varcare i cancelli della struttura di via Risorgimento a Mazzo di Rho. Nessun arrivo a agosto perchè – coma ha spiegato Sala – la realtà del terzo settore che gestirà la struttura «ha difficoltà ad averla ad agosto».

Contrarietà assoluta da parte del primo cittadino rhodense Pietro Romano. «Ho già più volte espresso in tutte le sedi il mio parere contrario al collocamento dei migranti al Campo Base – chiarisce Romano, ricordando come l'area debba tornare a verde secondo accordi e come sia ingestibile ammassare centinaia di persone in uno stesso luogo -. La richiesta dello stesso sindaco di Milano e della Città Metropolitana di qualche giorno fa è stata quella di una capillare distribuzione sul territorio del numero dei migranti ed è questa la strada che si deve percorrere. La decisione di utilizzare il Campo Base va esattamente nel senso contrario».

Sala giustifica la sua decisione sulla base della percentuale di migranti ospitati da Milano. Il capoluogo accoglie al momento 3150 profughi, il 14% di quelli presenti in Lombardia. Il vero problema evidenziato da Sala e Morcone, condiviso anche da Romano, è che non tutti i Comuni accettano di fare la loro parte in questa questione. «Se tutti i sindaci collaborassero sul piano dellaccoglienza problemi di questo genere non si porrebbero e probabilmente si potrebbe anche ragionare in termini diversi – ha commentato il capo del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno a Radio Popolare. Se l'egoismo di alcuni territori mette in difficoltà alcune aree urbane è evidente che bisogna a questo punto utilizzare tutte le strutture possibili. Noi stiamo parlando di persone e non si può fare politica sulla pelle delle persone».

A questo ragionamento fa eco il sindaco rhodense Romano, tacciato di sbagliarsi nell'opporsi all'utilizzo del campo base da parte di Morcone. «Se la maggior parte dei Comuni si rifiuta di collaborare, come invece Rho sta facendo da anni sul tema dell’accoglienza, chi ha la responsabilità di gestire l’emergenza e quindi il prefetto, sarà sempre costretto di volta in volta ad utilizzare le strutture che ha a disposizione anche contro la volontà dei territori – conclude Pietro Romano -. E’ invece necessario, per governare l’emergenza, strutturare su tutti i Comuni progetti di accoglienza, che tengano conto da una parte della dignità umana dei migranti e dall’altra che non sottovalutino il disagio delle comunità ospitanti. Su questo anche Regione dovrebbe impegnarsi, perché in base agli accordi sottoscritti dalla Conferenza Stato-Regione ben il 14% dei migranti che arrivano in Italia devono trovare accoglienza in Lombardia. Per questi motivi la decisione di utilizzare il Campo Base da settembre non può essere avallata dal Comune di Rho, ma rimane una scelta imposta da altri».

Redazione
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Pubblicato il 27 Luglio 2016
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