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Uccise la ex, la versione dell’omicida su youtube

Il medico legnanese, Roberto Colombo, attraverso un video si difende dalle accuse di premeditazione e chiede perdono...

Un video di 26minuti pubblicato su youtube il 26 giugno 2015. E' questo il mezzo utilizzato dal medico  legnanese, Roberto Colombo, per difendersi dalle accuse di premeditazione che lo avrebbero portato ad uccidere, con un mattarello, la ex moglie, Stefania Cancellierie. L'uomo attraverso la telecamera chiede allo stesso tempo perdono per il reato commesso. L'omicidio è stato perpretato nel condominio di via Marconi, 6 il 27 giugno del 2012. 

Dalla stanza della clinica in riviera ligure, in cui si trova a spendere i 17 anni di condanna, l'assassino prende le distanze dalle «menzogne calunniose, infamanti e diffamatorie» che il fratello della vittima, l'avvocato Livio Cancelliere, ha diffuso «su una persona che è stato un uomo esemplare tutta la vita ed è giunto alla tragedia dopo un anno di strazio, patimenti e tribolazioni».

Colombo è seduto davanti alla telecamera, con l' inquadratura fissa sul suo volto. Alle spalle le pareti bianche e linde con un solo quadro a tema marittimo: «Con questa comunicazione – esordisce l'ex medico – non intendo offendere la mamoria di Stefania, alla quale sono stato legato da un amore profondo. Ma per la tutela dei minori e l'onore del mio primo figlio non posso esimermi dal ribattere alle bugie dette dal fratello della vittima».

L'assassino torna indietro al 20 aprile 2011, spiegando di essere stato lui, quel giorno, ad essere stato aggredito dalla ex moglie «spinta da gelosia e da importanti disturbi di personalità» e poi cita la denuncia per stalking presentata in seguito dalla Cancelliere definendola «un'arma impropria utilizzata dagli avvocati per influenzare il verdetto dei giudici». 

«Quanto presentato qui non mi esime dal fardello della colpa e dalla pena, pienamente legittima – conclude – ma  mi è d'obbligo per evitare che i miei figli pensino che io sia un mostro come sono stato dipinto. Se mi fosse stato concesso, non avrei esitato ad utilizzare ogni mezzo diverso da questo video, ma vivendo in un mondo dove i media imperano, questa è la strada che bisogna percorrere. Ho chiesto perdono a Dio, ai miei figli, ai parenti di Stefania per ciò che ho fatto. Chiedo perdono anche a voi».

Come scritto nelle motivazioni della Sentenza di condanna a 17 anni di reclusione, depositata dal Gup milanese Roberta Nunnari, nel  luglio 2013 l'artefice del violento omicidio  è stato  trasferito in un centro terapeutico riabilitativo psichiatrico in un Comune della Riviera Ligure di Ponente.  Secondo gli inquirenti, sarebbe a rischio suicidio; tra le motivazioni anche l'inadeguatezza del carcere per affrontare terapie psichiatriche adeguate al suo stato. 

Qui la lettera dell'avvocato Livio Cancellieri del 18 aprile 2013 

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Luglio 2015
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