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“Ora Teodora è in pace”: l’ultimo saluto alla mamma uccisa

A celebrare i funerali, nella chiesa parrocchiale di San Vittore Olona, don Davide Bertocchi...

Intimi i funerali di Teodora Catauta, la 35enne freddata con due colpi d’arma da fuoco in in via Riva a San Vittore Olona la mattina di venerdì 30 aprile. Accusato dell’omicidio è Tiziano Rossi che abitava a pochi metri di distanza dalla vittima: il pregiudicato è stato arrestato dalle Forze dell’Ordine a Torino (leggi qui).

Una tragica vicenda che ha scosso l’intera comunità di San Vittore Olona, in parte riunitasi alla cerimonia funebre svoltasi nel primo pomeriggio di oggi, martedì 5 maggio. A celebrare i funerali, nella chiesa parrocchiale del paese, don Davide Bertocchi.

Conoscenti e amici di Teodora si sono stretti attorno a sua figlia di 10 anni. Alla funzione hanno partecipato il sindaco Marilena Vercesi e gli assessori Giacomo Agrati e Antonella Lattuada.

Durante la predica don Davide ha commentato«Mi ha davvero colpito l’affermazione della figlia di Teodora che in questi tristi giorni ha ribadito: “Negli ultimi tempi la mamma ha provato a cambiare”: hai saputo vedere oltre l’apparenza. Non ci dobbiamo dimenticare che vediamo e conosciamo solo una piccola parte delle persone ed è per questo che non dobbiamo giudicare. In molti mi hanno detto che Teodora per sua figlia dava il meglio. Come tutti noi, anche lei desiderava il bene, anche se a volte ad aver la meglio è il male. Teodora ora è riposa in pace». Don Davide ha rivolto un pensiero anche verso l’assassino«Preghiamo anche per chi l’ha uccisa: che il Signore tocchi il suo cuore. E preghiamo per la famiglia di quest’uomo che sta soffrendo molto». Infine, il parroco ha letto una poesia di Victor Hugo, “La madre”, dedicandola alla sanvittorese. 

Di seguito pubblichiamo il cordoglio del primo cittadino Vercesi nella foto a lato.


E’ terribile, sconvolgente che nel nostro piccolo paese si sia verificato un fatto di sangue.

Il nome di Teodora e di San Vittore Olona entreranno nel lungo e triste elenco delle statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono Donne. Un altro delitto passionale di violenza e rancore con una fredda esecuzione perché certi uomini ritengono che la passione equivalga al possesso, e che la donna è colpevole se decide che la relazione di coppia è finta.

La morte di Teodora oggi ci addolora tutti ma questo sentimento trasversale ci unisce al forte senso d’indignazione che più profondamente colpisce le donne in quanto figlie, madri, mogli e perché una società civile non può tollerare che troppo spesso muoia una donna per mano dell’ex compagno. Purtroppo dal 2000 ad oggi poco è cambiato sebbene le mobilitazioni, le campagne di sensibilizzazione e i progetti nell’ambito sociale abbiano aumentato l’offerta a sostegno di questo dramma sociale. Forse qualche cosa alla radice non funziona e mi riferisco all’inefficienza e all’inadeguatezza della risposta istituzionale perché circa il 50 % delle donne vittime di omicidio avevano preventivamente denunciato le violenze subite.

Eppure dopo la sottoscrizione della Convenzione di Istanbul qualche strumento in più, esiste, inasprimento della pena, introduzione del braccialetto elettronico e intercettazioni telefoniche. Purtroppo però, l’ostacolo principale è nelle radici della nostra società, perché manca la cultura del rispetto e della dignità delle persone. Le istituzioni hanno la loro responsabilità nell’educare e promuovere i giusti valori fatti di rispetto del bene comune, del rispetto degli altri, perché possano accompagnare la nostra società, i nostri figli, verso orizzonti di legalità e trasparenza, verso un benessere e un futuro da conquistare tutto insieme, dove ognuno per ordine e grado, dovrà fare la sua parte senza se senza ma.

La morte di Teodora ci insegna a non ripetere più gli stessi errori, dobbiamo imparare a non odiare, ad amare e a rispettarci ognuno per le nostre diversità.

La morte di Teodora ci porti a riflettere sulla tragedia di una vita spezzata e sui riflessi dolorosi che lasceranno un segno indelebile nelle relazioni affettive di coloro che l’hanno amata come madre, come figlia, moglie, sorella o amica.

Ci porti a riflettere sulla tragedia di una vita spezzata in un modo così assurdo complice l’indifferenza che spesso getta un cono d’ombra su realtà troppo spesso nascoste e taciute.

Dobbiamo rompere il muro del silenzio e di omertà contro un dramma, quello della violenza sulle donne che non può e non deve riguardare solo le donne, ma tutta la collettività.

Marilena Vercesi Sindaco Comune di San Vittore Olona

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Maggio 2015
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