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Altre novità della banda rom delle colonnine self service

Continuano a pieno ritmo le indagini sull'organizzazione di criminali che colpiva i self service della zona...

Continuano a pieno ritmo le indagini della banda, che con i camioncini rubati spaccava le colonnine del self service (clicca qui).

I Carabinieri del Reparto Operativo di Varese dopo l’arresto degli 8 appartenenti ad un gruppo criminale  ha scoperto che il sodalizio aveva una organizzazione di tipo militare così strutturata:  capo e mente del “commando”; autisti;  “manovalanza” che muniti di attrezzi, talvolta con un’ascia, avevano il compito finale dello sradicamento della colonnina e di caricarla sulle auto di grossa cilindrata. 

Poi vi erano della sentinelle che garantivano una copertura armata durante i colpi e eventuale supporto a bordo di autovetture di grossa cilindrata per scortare il mezzo con la refurtiva ostacolando l’intervento delle forze di polizia.

L’intensificarsi degli episodi criminosi, la grande determinazione e l’audacia posta in essere dal “commando” negli assalti, che come già detto, non esitava ad imbracciare anche armi da fuoco, e il fatto che in una sola notte venivano assaltate in rapida successione quattro stazioni di servizio, creava un notevole allarme sociale e catalizzava l’attenzione operativa dei militari del Nucleo Investigativo di Varese.

In questo contesto si segnala che la notte del 7 marzo 2014, a Milano, il gruppo criminale veniva “intercettato” dalla forze dell’ordine dopo l’abbattimento di due colonnine di un distributore di carburante di Saronno e ne scaturiva un inseguimento per le vie cittadine, protrattosi per una decina di minuti.

L’autovettura, un fuoristrada, riusciva a scappare scavalcando aiuole e traversine tramviarie, per essere poi abbandonato nelle vicinanze di via Negrotto con all’interno le due colonnine, mentre gli occupanti si dileguavano con ogni probabilità entrando proprio nel campo nomadi. Il 6 luglio 2014 in una zona di campagna di Settimo Milanese, dopo essersi introdotti di notte in una azienda agricola per rubare un trattore, venivano sorpresi dal proprietario il quale veniva selvaggiamente aggredito e picchiato.

Fondamentale per le indagini è stata anche la collaborazione dei gestori dei distributori di carburanti e della sicurezza delle compagnie petrolifere colpite da questo fenomeno, fornendo di volta in volta utili informazioni, mettendo a disposizione in tempi ridottissimi le immagini degli assalti e permettendo in tempo reale una mappatura completa del fenomeno.

Gli elementi raccolti indirizzavano i militari del Nucleo Investigativo di Varese a concentrare la loro attenzione proprio al campo nomadi di via Negrotto, effettuando un’intensa attività investigativa consistente in servizi ininterrotti di pedinamento delle autovetture “pulite”, talvolta lunghissimi spostamenti degli indagati per individuare le stazioni di servizio, i quali facevano accurati e minuziosi sopralluoghi per:  controllare gli orari di prelievo del denaro contante; conoscere e provare le vie di fuga, molte volte anche in aperta campagna, percorrendole di notte, a luci spente, ipotizzando eventuali blocchi stradali delle forze dell’ordine; cantieri stradali o aziende agricole, dove rubare potenti camion, ruspe o trattori; mezzo che fungeva da “ariete” che veniva avvicinato all’obiettivo prescelto per divellere le colonnine per poi abbandonarlo in loco con il motore acceso.

Inoltre, è stato accertato che durante i colpi si dotavano anche di scanner sintonizzati sui canali utilizzati per le comunicazioni radio dai Carabinieri.

E’ emerso, altresì, che l’egiziano arrestato deve rispondere anche di ricettazione perché in una circostanza, avendo la disponibilità di un capannone nella zona di Abbiategrasso, aveva “ricoverato” due trattori rubati dai Cudorovic in due distinte aziende agricole. I mezzi sono stati rinvenuti dall’Arma locale e restituiti ai proprietari.

Tutti i componenti dell’agguerrito “commando” sono gravati da numerosi pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio e in particolare sono “specializzati” nei furti. Nessuno di loro, per quanto risulta al momento, non svolge alcuna attività lavorativa lecita.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Dicembre 2014
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