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Palio di Legnano

Palio e cultura: «Facciamo una “Bücherverbrennungen” in S.Magno!»

Alessio Francesco Palmieri-Marinoni risponde ironicamente a Pier Galimberti: "Con le sue analisi, svalutato il lavoro di studiosi e ricercatori... e allora bruciamo tutti i libri di storia...

Riceviamo e pubblichiamo una lunga e dettagliata considerazione di Alessio Francesco Palmieri-Marinoni in replica a un servizio dei giorni scorsi a firma di Pier Galimberti sul vestire nel Medioevo e sulla storicità di alcune figure ecclesiastiche nella nostra sfilata (qui il testo). 


Gentilissimo Signor Galimberti,

GRAZIE per la Sua visione chiara e univoca di cosa sia la “tradizione”. Una lettura semplice e diretta, ma soprattutto, scevra da contraddizioni in termini di significati e significanti (in particolare chiarissima la questione Gonfalone di San Martino versus Vescovi di San Magno….). Soprattutto GRAZIE per la corposa spiegazione e la dovizia di particolari nel giustifare le proprie affermazioni e le proprie prese di posizione. Ora è chiaro a tutti quando la tradizione “valga” e “sia tale” e quando no. Infatti, questa è la perfetta parafrasi di: “…μέχρι μὲν τούτου ὄψις τε ἐμὴ καὶ γνώμη καὶ ἱστορίη ταῦτα λέγουσα ἐστί, τὸ δὲ ἀπὸ τοῦδε Αἰγυπτίους ἔρχομαι λόγους ἐρέων κατὰ τὰ ἤκουον: προσέσται δὲ αὐτοῖσί τι καὶ τῆς ἐμῆς ὄψιος…”;

GRAZIE per aver colmato il vuoto in merito alle vesti liturgiche. Provvederò personalmente ad avvisare la CEI che il volume da loro commissionato alla prof.ssa S. Piccolo Paci (Storia delle Vesti Liturgiche, Ancora, 2009) può essere gettato al macero. Del resto, il volume della professoressa Piccolo Paci è troppo recente, quindi non va bene. Per quanto riguarda invece la questione inerente ai tessuti, sarà mia premuta contattare il CIETA (Centre International d'Etude des Textiles Anciens) di Lione per avvisarli che possiamo interrompere qualsiasi attività di studio e ricerca, perché oramai… è già stato detto tutto circa lo scibile tessile!

GRAZIE per aver “velatamente” fatto notare a chi studia che non capisce nulla; ed a chi non ha deciso di fare dello studio e della ricerca la propria professione, che costoro – cioé i ricercatori e gli studiosi – sono dei mercenari che si prostituiscono per ignoti interessi superiori spesso di grande natura economica, contrari a qualsiasi forma di etica e morale. Del resto, tutti i ricercatori e professori universitari (e non solo) sono perennemente indagati dalla Finanza per i loro giri loschi di quattrini… Ad ogni modo, voglio ringraziarLa dal profondo del mio cuore per la considerazione che Lei ha di tutti coloro che “studiano”: laurea, scuola di specializzazione, master di II livello e dottorato di ricerca tutti noi li butteremo prontamente nel cestino (per non dire altro). Del resto, la cosa non mi meraviglia. Che senso ha studiare in Italia se tanto poi il primo “parvenu” può permettersi di mettere in discussione – senza alcuna prova “provata” – quanto si afferma o constesta? Il mestiere dello storico non é una stupidata o una perdita di tempo. Lo storico é colui che si interroga sempre e comunque; é colui che sa che non esistono i DOGMI ma é perennemente disposto ad accettare che le cose cambino. Perchè la storia é una scienza e, come tale, é soggetta al mutamento. Mutamento dettato dall`avanzamento della ricerca e, conseguentemente, della conoscenza. Lo storico ha una grande responsabilità, nettamente maggiore e superiore rispetto a qualsiasi altra professione;

GRAZIE per questa Sua visione democratica, liberale e totalmente open minded che Lei ha dello studio e della ricerca… e delle Scienze Storiche. Ma del resto, non mi meraviglia che Lei la pensi in tal modo;

GRAZIE per aver compreso benissimo che cosa significhi fare ricerca. A questo punto, suggerirei di fare un`ennesima “Bücherverbrennung” in piazza San Magno, bruciando tutto quello che é stato scritto e pubblicato dopo Violet-Le-Duc (1814-1879) o dopo Giulio Carlo Argan (1909-1992). Oppure, decida Lei da quale anno iniziare la distruzione delle pubblicazioni e, naturalmente, quali libri debbano essere eventualmente salvati. Noi che facciamo ricerca, per ora, ringraziamo. E di cuore.

GRAZIE per aver fatto capire che, copiando frasi ad minchiam, possiamo intortare tutti e che il sofismo esiste ancora. Ennesima dimostrazione di come il pensiero critico (in senso kantiano), risultante da studio, ricerca, confronto, riflessione, etc. sia totalmente inutile. Tanto basta copiare. E` vero che anche Bach e Mozart copiavano da altri, ma loro erano geni. Guess why….

GRAZIE per sparare sempre a zero su tutto e tutti; soprattutto, GRAZIE per la pubblicità che fa al Palio di Legnano. Googleando “Palio di Legnano” si trovano anche tutti i Suoi interventi.

GRAZIE per tutto quanto Lei ha scritto nella sua ultima e per l`opera di evangelizzazione di questi anni: dimostrazione di quanto la GERONTOCRAZIA nel nostro povero paese sia cronica e una delle peggiori cause della cancrena “culturale” che ci affligge.

Voglio concludere questo mio ringraziamento con una frase:

“…εἰ γάρ τις προθείη πᾶσι ἀνθρώποισι ἐκλέξασθαι κελεύων νόμους τοὺς καλλίστους ἐκ τῶν πάντων νόμων, διασκεψάμενοι ἂν ἑλοίατο ἕκαστοι τοὺς ἑωυτῶν: οὕτω νομίζουσι πολλόν τι καλλίστους τοὺς ἑωυτῶν νόμους ἕκαστοι εἶναι…”

Riporto il testo solo in Greco Antico poichè, avendo letto all`interno della lettera del Signor Galimberti diversi termini greci, reputo non necessario provvedere con una traduzione o, in altro modo, di fornire indicazioni in merito all`autore ed al passo in questione.

Questo perchè immagino che il Signor Galimberti conosca a menadito Greco Antico e Latino (oltre ad altre lingue moderne), sennò come può affermare quello che scrive e come può fare le sue ricerche?

Un caro saluto da New York City,

Alessio Francesco Palmieri-Marinoni

Ps.: dimenticavo, avrei due domande fondamentali da fare al Signor Galimberti:

Lei invoca sempre, nelle sue varie missive, la creazione di una “commissione” che supervisioni, che giudichi, che guidi, ecc. ecc. Si tratta di un lavoro complesso, dato che si tratterebbe di una commissione che guiderebbe un`altra commissione già esistente (Commissione PERMANENTE dei Costumi del Palio). Subentrando una nuova commissione, quelli che operano nell`attuale, cosa dovrebbero fare? Cosa ne facciamo: li pensioniamo o diventano esodati anche loro?

Inoltre, Le chiedo: che titoli bisogna avere per candidarsi ed accedere a questa commissione tecnica: essere laureati (e in quale disciplina)? Avere un diploma di Scuola di Specializzazione post-universitaria (e in quale disciplina)? Avere un dottorato di ricerca (e in quale disciplina)? Oppure…?

Redazione
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Pubblicato il 26 Novembre 2014
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