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“Asd La Rete” Busto Garolfo con Fiona May per l’integrazione

La società che ha al suo interno il 50% di  stranieri, invitata dal CSI a portare la sua testimonianza...

Il calcio come integrazione. La società sportiva "Asd La Rete" non insegna solo a giocare bene a pallone e a vincere le partite: la vera sfida è l'educazione dei ragazzi: «Il nostro scopo ha un obiettivo non solo sportivo ma soprattutto socialespiega il presidente, Emilio Crespi I 50% dei nostri ragazzi è extracomunitario: per noi l'integrazione non è un problema ma un valore. In questo contesto va vista la nostra collaborazione con il Comune di Busto Garolfo. Abbiamo circa 70 soci di tutte le età e partecipiamo ai campionati CSi per le categorie, OPEN, juniores e Under 12». Proprio per le finalità sociali della società, il Centro Sportivo Italiano (CSI) di Milano ha pubblicato un opuscolo sul tema " Integrazione " e ha invitato "Asd La Rete" a portare la nostra testimonianza. 

Di seguito il report del fine settimana


Un concorso per raccontare storie “vere”, un week end dedicato all’integrazione su tutti i campi e un sussidio con 21 proposte concrete per promuovere, attraverso lo sport, l'inclusione dei cittadini migranti presenti sul territorio italiano e di contrastare la discriminazione e l'intolleranza. Sono questi i tre elementi fondanti del progetto “Alfabeto integrazione” che il Centro Sportivo Italiano – Comitato di Milano, ha presentato, lunedì 10 ottobre, all’Urban Center, per promuovere un nuovo modo di pensare ed orientare il comportamento per diffondere la cultura del rispetto e della convivenza. 

All’iniziativa sono intervenuti Massimo Achini, Presidente del CSI Milano, Roberta Guaineri, Assessore allo Sport del Comune di Milano, Teresa Zompetti, Responsabile Corporate Social Responsability CONI eDaniele Redaelli, giornalista de La Gazzetta dello Sport, Emilio Crespi Presidente La Rete di Busto Garolfo  e alcuni atleti della Rete. 

«La nostra società – ha spiegato Emilio Crespi – opera in un quartiere di Biusto Garolfo in cui il problema dell’integrazione è all’ordine del giorno.Q uesto problema pero’ è da noi vissuto non come un problema ma come una vera ricchezza. La diversità di culture, di religione ma anche banalmente di abitudini alimentari ci ha portato ad una più attenta sensibilità verso le diverse realtà educative».

«Con questo progetto, ed in particolare con il sussidiario “Sport a Colori”, abbiamo cercato di dare un’opportunità alle nostre società di fare  attività concrete d’integrazione attraverso lo sport – il commento di Massimo Achini – È importante che le società sportive si riconoscano maggiormente come “agenzie educative”, pronte a fare dell’accoglienza verso tutti una loro regola di gioco e pronte a colorare gli spogliatoi di gioia e di entusiasmo. Questo testo è dedicato ai tantissimi allenatori, dirigenti, educatori che sono sui campi e in pedana con i ragazzi». .

 «Da quando sono arrivata in Italia nel 92’ ad oggi c’è stato un grande cambiamento in materia d’integrazione ma la strada è ancora molto lunga. – ha spiegato Fiona May, Argento a Sydney 2000 e Atlanta 1996, oggi consigliere per le politiche contro le discriminazioni razziali della FIGC –  Io vivo di sogni. Vorrei che si investisse di più sui giovani e che gli adulti si assumessero maggiormente le proprie responsabilità. Le nuove generazioni, rispetto alla nostra, non vedono differenze, loro stanno crescendo in una realtà multiculturale, la paura è causata dai condizionamenti esterni. Ricordo che nessuno nasce razzista ma si lo diventa se la società ci indica strada sbagliata. Lo sport, in questa direzione, è il principale strumento di inclusione e abbattimento di tutte le barriere».

«Ho avuto la cittadinanza solo a 18 anni ma mi sono sempre sentito italiano – la testimonianza di Faustine Desalu – Non poteva essere un pezzo di carta ad ostacolare la mia vita personale. Io vengo dal calcio dove mi è capitato di sentire qualche buu. L’atletica invece è uno sport  molto democratico. Quando sei dietro ai blocchi di partenza si parte tutti dalla medesima distanza, alla pari indipendentemente dalla nazionalità, e quando arrivi al traguardo si fanno sempre le congratulazioni al vincitore: insegnamenti di forte valore per tutti i bambini che lo porteranno con loro fino all’età adulta».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Ottobre 2016
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