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Tamini: tutti a Legnano ma sale il timore dei sindacati

L'attenzione è sul sito di Melegnano per la decisione di trasferire nella sede di Legnano tutto il comparto amministrativo...

C'è preoccupazione tra i lavoratori del gruppo Tamini (che comprende i siti di Melegnano, Legnano, Ospitaletto, Valdagno, Novara e Rodengo). A confermarlo il coordinamento sindacale di Uilm, Fim e Fiom territoriali per il gruppo Tamini, attraverso il seguente comunicato


Le prospettive dell'impresa con 100 anni di attività aziendale alle spalle, conosciuta come la "Ferrari dei trasformatori", destano preoccupazione nelle sigle dei lavoratori metalmeccanici tanto che oggi, nella sede di Sesto San Giovanni della Uilm Milano, si è costituito il coordinamento sindacale Uilm, Fiom e Fim territoriali dell'intero gruppo Tamini che conta più di 400 dipendenti tra i siti di Melegnano, Legnano, Ospitaletto, Valdagno, Novara e Rodengo.

A destare maggiori timori, tanto che il coordinamento chiederà un incontro sia con Terna Plus, che ha acquisito il gruppo Tamini, sia al Mise, sono la strategia, l'andamento economico e il quadro complessivo del gruppo, con un particolare riferimento al sito di Melegnano.

A seguito di un incontro lo scorso 4 novembre, infatti, la dirigenza ha reso nota la decisione di disdettare il contratto di affitto della palazzina degli uffici nelle immediate vicinanze del dipartimento produttivo e di trasferire nella sede di Legnano tutto il comparto amministrativo e degli uffici di Melegnano, con 43 unità, tra il febbraio e il marzo del 2017.

«Una prospettiva quest'ultima– spiega Vittorio Sarti, segretario generale Uilm Milano- che mette in difficoltà i dipendenti, considerata la distanza tra i due siti, soprattutto considerando anche la prospettiva della gestione del tempo tra lavoro e famiglia».

Ad aumentare i timori c'è anche la temporanea chiusura del comparto produttivo sempre di Melegnano per la bonifica che dovrebbe terminare entro il mese di marzo del 2017: nel mese di giugno è stato infatti sottoscritto un accordo sindacale che prevedeva, solo fino al termine dell'intervento di risanamento in attesa della ripresa dell'attività in loco, un dislocamento degli addetti al settore produttivo, in tutto una settantina di lavoratori, negli altri siti dell'azienda di Legnano, Ospitaletto e Novara.

«I nostri timori – è il commento del segretario generale Uilm Milano Vittorio Sarti- riguardano l'intero gruppo e noi non smetteremo di vigilare. In recenti incontri con la dirigenza non abbiamo avuto risposte certe e concrete sul mantenimento dei livelli occupazionali e non vorremmo doverci trovare ancora di fronte ad una trattativa come quella che aveva coinvolto un anno fa il sito novarese, con la dichiarazione di 50 esuberi che alla fine, grazie al tavolo sindacale, aveva visto la metà circa di questi lavoratori ricollocati nelle altre sedi di Tamini. È proprio in quest'ottica che abbiamo costituito il coordinamento sindacale e chiederemo certezze per la tutela del livello occupazionale e la presentazione di piani aziendali strutturati per garantire un futuro solido alla realtà».

Coordinamento sindacale di Uilm, Fim e Fiom territoriali per il gruppo Tamini

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Novembre 2016
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