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Tosi: per la Fiom è un accordo nullo

I commenti della amministrazione comunale e della Politica

«Un’ipotesi di accordo nulla perché non sottoscritta dalla maggioranza delle RSU». Questo il parere della Fiom che la scorsa sera si sono alzati dal tavolo della trattativa lasciando soli Fim, Uilm e Presezzi. (leggi qui: Tosi, scongiurato il fallimento: «Si va avanti»).

E mentre, il mondo politico si è espresso fiducioso, i sindacalisti della Fiom, attraverso un comunicato pubblicato di seguito, si augurano che lunedì 27 aprile i lavoratori chiamati a ad esprimersi rifiutino l'accordo così da poter riprendere la trattativa «per garantire diritti e certezze a tutti lavoratori coinvolti e alla continuità dell’azienda».


Nell’incontro di ieri, la delegazione FIOM Cgil al tavolo della trattativa aveva richiesto di interrompere ed aggiornare la trattativa il lunedì 27 aprile, data già concordata tra le parti, per effettuare un’assemblea con tutti i lavoratori. Identica richiesta sospensiva era stata avanzata dalla società Bruno Presezzi il giorno prima e le parti si erano aggiornate di conseguenza.

Da parte di Fim e Uilm si è voluto continuare la trattativa senza la presenza della delegazione FIOM fino alla sottoscrizione di un’ipotesi di accordo nulla perché non sottoscritta dalla maggioranza delle RSU, come previsto dall’accordo Interconfedereale del 10 gennaio 2014.

Infatti, il testo indica in modo generico che l’accordo è stato sottoscritto dalla RSU non citando i soggetti firmatari. L’ipotesi di accordo contiene una formulazione generica per quanto riguarda la permanenza a Legnano della Franco Tosi, senza indicare alcun arco temporale ben definito e senza un piano industriale che vada oltre il semplice biennio confermando l’assenza di adeguati investimenti per il rilancio dell’azienda.

Preoccupazione confermata dal fatto che l’offerta Presezzi contiene la possibilità di lasciare la sede storica di Legnano dopo due anni. Per quanto riguarda i lavoratori, il primo gruppo dei 170 che saranno assunti da subito, dovranno rassegnare preventivamente le proprie dimissioni in deroga alle norme di Legge che garantiscono la continuità del rapporto di lavoro.

Mentre per i successivi 40 lavoratori rimarranno in FTM in amministrazione straordinaria collocati in cassa integrazione fino al dicembre 2015, dopodiché saranno licenziati e collocati in mobilità, al termine della quale è previsto l’impegno all’assunzione da parte di BBP.

Per i rimanenti lavoratori (ad esclusione dei possibili 15 volontari che potrebbero essere passare alla Presezzi Spa e dei 16 rimanenti in procedura), saranno collocati in cassa integrazione fino a dicembre 2015 per poi essere licenziati e collocati in mobilità con la prospettiva di un impegno alla ricollocazione anche in società esterne alla Presezzi.

Tutti i lavoratori, in deroga alla Legge entreranno nel nuovo regime di Legge (Jobs Act) e in particolare per quanto riguarda la norma dei licenziamenti collettivi e quelli senza motivazione che rendono facile la possibilità di essere licenziati. Inoltre per quanto riguarda i lavoratori che entro il dicembre 2017 avranno la possibilità di raggiungere la pensione, l’accordo non prevede alcuna tutela qualora dovessero intervenire modifiche legislative in materia pensionistica.

Anche per i 16 lavoratori in procedura, l’accordo non introduce nessuna tutela reale qualora per effetto di dimissioni o pensionamento dei lavoratori interessati facesse scendere la soglia occupazionale al di sotto dei 16 dipendenti condizione necessaria per l’applicazione dello Statuto dei Lavoratori e dell’art.18. Infine, l’ipotesi di accordo è condizionato all’accettazione individuale di ciascun lavoratore alla rinuncia dei diritti individuali relativi al trasferimento di ramo d’azienda, cosa ancora più grave essendo in presenza di una procedura di amministrazione straordinaria che ha come presupposto la continuità aziendale e dei diritti di chi lavora.

Per quanto ci riguarda, come abbiamo sempre esplicitato in ogni sede e in ogni occasione, riconfermiamo non solo un giudizio negativo sia per i contenuti dell’ipotesi di accordo e di una modalità di comportamento decisamente scorretta nei nostri confronti.

Per queste ragioni come FIOM riteniamo sbagliato nonché dannoso per i lavoratori sottoscrizione dei verbali conciliazioni, condizione vincolante posta dall’azienda per la validità dell’accordo, ma che attraverso un loro rifiuto si possa riprendere la trattativa per garantire diritti e certezze a tutti lavoratori coinvolti e alla continuità dell’azienda.

Entro questo quadro la FIOM riconferma la propria disponibilità a sottoscrivere un accordo.

FIOM CGIL – RSU FIOM CGIL FRANCO TOSI

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Aprile 2015
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