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Crisi Gai: «Presto il concordato per non perdere la cassa integrazione»

Cisl, Uil e Cgl rispondono alla Cub: «Mai stati in combutta con l'azienda; al momento non ci sono acquirenti e dobbiamo tutelare i lavoratori» - Venduti i macchinari - Sciolto il presidio alla Bmp...

(v.a.) – E' nera la crisi alla manifattura Gai di Inveruno, solo una (purtroppo) delle tante fabbriche del territorio che rischia di chiudere i cancelli, per sempre. 

Una settantina i lavoratori in cassa integrazione, molti dei quali stanno presidiando l'azienda (il presidio permanente indetto dai Cub è iniziato dopo le vacanze natalizie) per difendere il lavoro. Una vicenda simile a quella della Bmp Bertelli dove le speranze ricadono in un acquirente che potrebbe garantire la continuità produttiva assumendo 15 dipendenti su 80.

Ancora più difficile, secondo i sindacati confederali, l'ipotesi che un acquirente si faccia invece vivo garantire la continuità della Gai di Inveruno dove la proprietà ha già venduto l'intero stock di macchinari ad un mediatore estero per un valore di 2milioni e 300mila euro: «Questo non significa – ha spiegato questa mattina alla stampa Vito Zagaria della Femca Cisl – che saremmo contrari a proposte di acquisizioni assolutamente ben sperate. Al momento però di proposte concrete non ce ne sono e la nostra priorità è quella di lavorare in modo concreto per tutelare il più possibile i lavoratori garantendo loro tutti gli ammortizzatori sociali che gli spettano». 

Una risposta, quella formulata rappresentanti sindacali di Cisl, Uil e Cgil, alle accuse del sindacato di base Cub al quale hanno aderito la maggior parte dei lavoratori e che in un volantino scrivono: «Anche Cgil-Cisl e Uil con gli accordi firmati invitavano i lavoratori a stare tranquilli. La realtà invece era tutt'altra. poichè l'azienda aveva da tempo la chiusura e le mosse da fare. In combutta con Cgil, Cisl e Uil, per fregare i lavoratori e sistemare i propri affari».

Le sigle confederali che si sentono offese da queste accuse  hanno voluto presentare alla stampa quali saranno le loro prossime azioni per tutelare i lavoratori, per 7 dei quali è stata ottenuta la mobilità incentivata: «Lo scorso 5 febbraio – ha spiegati Zagaria – l'azienda ha fatto richiesta di concordato a messa in liquidazione; è innegabile che i 2milioni e passa in arrivo dalla vendita dei macchinari servono per il buon fine del concordato la cui ammissione è fondamentale per garantire un altro anno di cassa integrazione straordinaria ai lavoratori che il 31 marzo richiamo di rimanere senza ammortizzatori». Il sindacato sono però molto preoccupati per i tempi molto stretti per l'ammissione del concordato entro la fine di marzo. Da qui la richiesta di un incontro in Provincia di Milano, fissato per il 17 febbraio per capire quali saranno gli ammortizzatori dopo la scadenza dell'attuale ammortizzatore e per chiedere di trasformare la cassa integrazione straordinaria aperta per crisi in cassa integrazione straordinaria aperta per cessione attività. 

Intanto il segretario della Cgil Filctem Ticino Olona comunica che è stato sciolto il presidio permanente alla Bmp Bertelli e che si attendono sviluppi sulla proposta della cordata di imprenditori che si è proposta per affittare un ramo d'azienda; durante l'incontro in Provincia è stato chiesto di presentare un piano finanziario completo. 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Febbraio 2014
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