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Tutti contro i ritardi nella vicenda Franco Tosi

Non solo la FIOM_CGIL, ma anche Massimo Garavaglia, assessore regionale, Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà insorgono sulla tempistica che ha bloccato l'attività aziendale...

Tutti contro il ritardo con il quale si sta svolgendo l'acquisto del ramo d'azienda della Franco Tosi.

Ieri, ricordiamo, il primo a manifestare la sua disapprovazione è stato Mirco Rota, segretario generale della FIOM CGIL Lombardia.

"Patell e Termomeccanica – le due società che hanno presentato offerte per l'acquisto, scriveva il sindaclista – sono le stesse che avevano inizialmente manifestato interesse nei confronti dell'acquisizione dell'azienda di turbine di Legnano, addirittura attraverso un'operazione di affitto dell'azienda Tosi, operazione che avevamo caldeggiato e che avrebbe consentito la ripartenza dell'azienda e i primi investimenti produttivi.In pratica si è tornati al punto di partenza. La gestione del commissario e la condotta del Ministero non hanno apportato benefici alla trattativa, non si sono aggiunti nuovi acquirenti a quelli iniziali, si è solo perso tempo prezioso, complicando ulteriormente la soluzione all'amministrazione straordinaria. Al danno si è poi aggiunta la beffa: com'è noto un'azienda ferma un anno non ha un grande appeal sul mercato".

Oggi, sulla questione torna anche Massimo Garavaglia, assessore all' Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia: "La vicenda – il suo commento – e' un imbarazzante pasticcio confezionato dal Ministero del 'mancato Sviluppo Economico. Lo scorso anno a febbraio 2013 la partita Franco Tosi poteva essere chiusa con la proposta di affitto presentata da un gruppo italiano. Il ministero dice di no, blocca tutto, parte con una procedura di gara per la vendita e dopo oltre un anno siamo punto e a capo. All' offerta per l'acquisto si ripresentano solo gli stessi soggetti che si erano fatti avanti per l'affitto. Nel frattempo, sono stati bruciati 20 milioni di euro di fondi pubblici, senza considerare i soldi spesi in cassa integrazione''. In tutto questo tempo, sottolinea l'assessore lombardo ''l'azienda e' rimasta sostanzialmente ferma con grave pregiudizio per gli impianti; inoltre, le migliori maestranze hanno trovato  lavoro altrove. L'unico effetto sono state una serie di consulenze e incarichi ben retribuiti, ma non pensiamo che fosse questo l'obiettivo del Ministero del 'mancato Sviluppo Economico''. 
Speriamo, si augura infine Garavaglia ''che gli acquirenti riescano a far ripartire l'azienda, altrimenti saremo davanti a una brutta pagina difficilmente spiegabile ai lavoratori e ai contribuenti''.

Sempre oggi, il Circolo di Sinistra Ecologia Libertà del Legnanese "esprime grande preoccupazione e concorda con il giudizio espresso dal Segretario Generale della FIOM CGIL Lombardia Mirco Rota. Si è perso solo del tempo, si è ritornati al punto di partenza con una condotta del Ministero dello sviluppo e del commissario a dir poco inadeguata e incomprensibile. Continueremo, come già in passato, ad incalzare e sollecitare il Ministero attraverso i nostri rappresentanti in Parlamento, per dare una risposta adeguata alle esigenze produttive della fabbrica garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e salvaguardando con opportuni investimenti e con lo sviluppo delle capacità e delle competenze professionali ancora presenti una realtà industriale importante come la Franco Tosi. A questo si lega inevitabilmente la mancanza da parte dei governi passati e del governo attuale di una seria e precisa politica industriale e sul lavoro in generale".

"La priorità – leggiamo ancora nel documento – dovrebbe essere cercare tutte le condizioni per investire e creare lavoro, un lavoro degno, non precario e che rispetti l’Art 1 della Costituzione Italiana. In questi giorni il tema dell’Art 18 assieme ai provvedimenti inseriti nel job-act del governo Renzi stanno suscitando dibattito e contrapposizione. Non si tratta di un derby fra chi vuole cambiare e chi vuole conservare. La materia è molto più complessa e non la si risolve con un decreto. La controriforma del governo toglie i diritti e non dà nulla ai precari. Il lavoro non può prescindere dai diritti acquisiti che non vanno eliminati, bensì estesi a tutti, altrimenti le conseguenze porteranno inevitabilmente ad una precarizzazione generalizzata non solo del lavoro ma anche della sua qualità".

Sinistra Ecologia Libertà ha organizzato sui temi del lavoro una manifestazione nazionale a Roma per il 4 Ottobre dove saranno presenti oltre a Maurizio Landini, Pippo Civati e a Curzio Maltese, altre personalità del mondo sociale e culturale. Contrasteremo l’azione del governo Renzi in piazza ed in Parlamento con le nostre proposte che fra l’altro prevedono l’introduzione del reddito minimo garantito

"Saremo accanto alla Fiom e alla CGIL nella manifestazione del 25 Ottobre e a tutte le forze politiche, culturali e ai cittadini per ribadire che un alternativa è possibile e per riportare ad unire le parole Lavoro, Diritti e Libertà", conclude il Circolo Legnanese di Sinistra Ecologia Libertà.

In serata, ecco poi il commento di Stefano Buffagni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “ Grazie ai ritardi accumulati dal Commissario ed al Ministero si è perso un anno di investimenti, venti milioni di soldi pubblici sprecati tra cassa integrazione e mancati introiti sul territorio. L’Azienda è in amministrazione straordinaria  e francamente non comprendiamo una gestione così leggera della grave crisi aziendale, che poteva già essere risolta con un accordo già predisposto, e che ha acuito ulteriormente le difficoltà della Franco Tosi. Qualcuno dovrebbe spiegarci che cosa sta succedendo anche perché chi ci va di mezzo sono i lavoratori che, per scelte di gestione incomprensibili, vedono allontanare ulteriormente la prospettiva di una continuità aziendale tanto auspicata quanto possibile. Realtà come queste vanno recuperate per rilanciare il territorio e l'occupazione”.

Per Riccardo Olgiati, consigliere comunale di M5S di Legnano, “l'importante è che il maggior numero di lavoratori rientrino nei futuri piani industriali della nuova società e spero che chi acquisterà l'azienda abbia un piano a lungo termine che possa permettere ai dipendenti di tornare al proprio posto e ridia alla FTM una posizione trainante nel tessuto industriale dell'alto milanese con lo sviluppo delle commesse acquisita da Lolli in questi mesi e l'acquisizione di altre nuove”.

Redazione
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Pubblicato il 02 Ottobre 2014
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