Il gruppo di Maggioranza riLegnano interviene dopo la decisione dei soci di spegnere l'impianto entro il 2017. La lista civica, pur nutrendo gli stessi dubbi dell' amministrazione per l'assenza di un piano industriale, non condivide la scelta del Comune di Legnano di astenersi dal voto dell'assemblea. Il loro è un richiamo all'unità dei Comuni per rendere il territorio «un esempio da cui, altri, possano ispirarsi in futuro». Lo stesso richiamo all'unità è stato avanzato dal movimento a 5 Stelle di Legnano. Qui l'articolo. 

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Venerdì 6 novembre l'assemblea dei soci di ACCAM ha deciso lo spegnimento dell'inceneritore entro la fine del 2017, una notizia di cui ci rallegriamo: da molto tempo siamo, all'interno della nostra maggioranza e del Consiglio Comunale di Legnano, i primi sostenitori (per non dire i promotori) della scelta di non procedere con il revamping dell'impianto e di perseguire una via più innovativa e all'avanguardia nella gestione dei rifiuti del nostro territorio.

A margine di questa decisione dobbiamo però constatare alcuni elementi che ci preoccupano.
Il Comune di Legnano ha ribadito più volte la necessità di avere a disposizione un piano industriale su cui fondare le decisioni sul futuro della società. Siamo però rimasti soli in questa richiesta e, tra l'urgenza di risolvere le incertezze sul futuro di ACCAM e la prudenza di procedere per scelte informate, ha vinto la necessità di fare presto.

Avremmo sperato quantomeno nell'elaborazione di dati approssimativi ma almeno indicativi sulle conseguenze economiche dello scenario che la maggioranza dei soci si apprestava a sostenere. Non sono arrivati e fatichiamo a comprendere i motivi di una mancanza di questo genere. Sostenere con i numeri le decisioni dei soci non può che consolidare il sostegno dei comuni nei confronti del CdA in un percorso che sarà sicuramente impegnativo e non privo di difficoltà: sappiamo quanto a volte siano volubili indirizzi e umori del mondo della politica, fornire alibi perché un giorno qualcuno possa ritornare sulla proprie decisioni è stato, per noi, un errore.

Ci auguriamo che in tutto questo non stiano giocando pressioni indebite dettate dalle prossime elezioni a Busto Arsizio e in altri comuni del circondario o da partite che i comuni stanno giocando su altri campi: ambiente e salute non sono lussi negoziabili e, per il bene di tutto il territorio, ACCAM non può trasformarsi in un campo di battaglia.

Non possiamo, tuttavia, neanche condividere la scelta del nostro Comune di astenersi dal voto dell'assemblea e di sottoscrivere con ACCAM un contratto di conferimento dei rifiuti della durata (iniziale) di soli 6 mesi. Pur nutrendo gli stessi dubbi della nostra amministrazione, di fronte alla volontà di praticamente tutti gli altri soci di procedere comunque e nel mezzo di una fase così delicata, non possiamo permetterci di minare l'unità tra i comuni del territorio o rischiare di perdere altro tempo (l'assemblea di ACCAM ha deciso di non procedere con il revamping dell'impianto lo scorso 2 marzo). Crediamo, invece, che il dovere del nostro Comune sia quello di ribadire fortemente la fiducia nel CdA che ha partecipato a definire e nel progetto che gli ha affidato; il peso della nostra città e le capacità che Legnano può mettere a disposizione ci obbligano ad avere un ruolo di stimolo e guida nel realizzare questo progetto.

L'obiettivo che ci siamo posti quando abbiamo deciso di essere pionieri nell'esplorare un nuovo modo di smaltire i nostri rifiuti richiede coraggio, determinazione, unità d'intenti. Non possiamo permetterci tatticismi e, soprattutto, di portare in ACCAM questioni che con ACCAM hanno poco o niente a che fare. Da venerdì sera la strada è tracciata. Tutti adesso dobbiamo collaborare per rendere il nostro territorio un esempio da cui, altri, possano ispirarsi in futuro.