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Regione: Maria Teresa Baldini ha lasciato oggi il gruppo ‘Maroni presidente’

Alla base della decisione, disaccordi con il capogruppo Stefano Bruno Galli...

Maria Teresa Baldini ha lasciato oggi il gruppo 'Maroni presidente' in Consiglio regionale della Lombardia. Di seguito il comunicato in cui motiva la scelta.


La decisione di uscire dalla Lista Maroni Presidente è stata una decisione sofferta, ma consapevole. Non si tratta di tradire nessuno, ma nessuno può tradire se stesso abbandonando le proprie idee. A riprova del fatto che non faccio questioni personali, ma mi affido ad un programma elettorale e alle promesse che abbiamo fatto a chi ci ha votato, non voglio qui rispondere alle accuse infondate e miopi del Capo Gruppo Stefano Bruno Galli. Mi limito a dire che l’originalità è il valore, la copia dell’originale è kitsch. Una Leopolda è già stata fatta da Renzi. Da buona toscana lo so bene. Una copia della Leopolda, quindi, sarebbe kitsch. Pensiamo invece al nostro programma elettorale e cerchiamo di rispettarlo e rispettare le idee per un federalismo, una parola che sembra quasi scomparsa dall’attuale vocabolario di alcuni nostri esponenti politici . Dire che si può procedere “giorno per giorno”, così come ha dichiarato Galli ai giornali, contrasta con la programmaticità e la coerenza agli obiettivi prefissati e promessi agli elettori.

Rispondere ai bisogni dei cittadini lombardi è il primario scopo di noi Consiglieri regionali. E il territorio chiede interventi concreti: chiede lavoro, chiede sicurezza, chiede salute, chiede certezza dei propri diritti e rispetto dei doveri da parte di tutti, italiani e non. Non facciamone una questione di etnia, voler dare un ordine a situazioni caotiche inaccettabili per qualsiasi persona di buon senso significa entrare concretamente nei problemi reali dei cittadini. Ma come possiamo pensare che in un luogo di sofferenza come un ospedale i pazienti e i loro parenti devono preoccuparsi di evitare furti di collanine, portafogli, ecc.? Per non parlare, poi, della sicurezza dei tanti professionisti sanitari che magari smontano dalla sala operatoria e trovano il proprio armadietto scassinato e per non parlare dei continui furti nelle farmacie degli ospedali.

Perché strumentalizzare il valore della legalità e della sicurezza sociale quando è fondamentale garantire la sicurezza personale? Perché coloro che pagano le tasse con il loro lavoro devono venire sempre più spesso derubati dei loro averi e debbono mantenere una serie di persone che sappiamo vivere solo, per cultura, di elemosina e furti? Perché andare contro le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che quotidianamente garantiscono il rispetto della legalità? Perché, insomma, non voler rispettare le regole, far crescere sicuri i nostri figli e promuovere una cultura della legalità?

Cosa ci sarebbe stato di strano poter discutere in Consiglio Regionale se mettere le targhe alle biciclette, che a tutti gli effetti, come veicoli, devono rispettare il Codice della strada, per la loro stessa incolumità e per quella dei pedoni? Molte città europee (ma anche Lucca, se non si vuole andare troppo lontano) hanno permesso una ciclabilità facile e sicura per tutti, nel rispetto delle regole. Può apparire un problema marginale nella moltitudine  di cose da fare per i cittadini lombardi, ma è un problema di civiltà e di qualità della vita.

Guidare un Gruppo Civico significa essere come un direttore d’orchestra, sentire e captare le potenzialità di ciascun componente, senza tarpare le ali. La realtà della vita non può essere legata al solo pensiero concettuale, non è la parola separata da interventi .le idee devono essere criticate ed analizzate non per preconcetti e in modo cieco dalla realtà del tempo e dai bisogni.

E la bellezza sta proprio in questo: non è la bella donna, come si è fatto riferimento a livello giornalistico, sono le idee che con formulazione politica semplice possono riuscire a migliorare il tessuto sociale (la salute, la cura dei soggetti deboli, la dignità delle persone, il rispetto delle Istituzioni, ecc.).

C’è una bellezza della forma, della mente e c’è soprattutto la bellezza di quello che sappiamo e cerchiamo di fare nella vita e che, attraverso la politica, dobbiamo personalmente realizzare per rispettare il mandato ricevuto. La bellezza del fare e del concludere.

L’inizio è sempre superiore allo sviluppo delle cose perchè è sulle buone basi che si progetta un buon lavoro. E ho dovuto necessariamente uscire dal Gruppo non avendo trovato risposta concreta a quelle basi cui volevo direttamente contribuire. Termino con queste parole scritte nel vangelo secondo Matteo: non giudicate per non essere giudicati; perché con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c' e' la trave? Ipocrita. Togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

Maria Teresa Baldini 

Redazione
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Pubblicato il 10 Giugno 2014
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