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Il referendum su Ikea: «Una grande boiata!»

Lo dice Giuseppe Marazzini il giorno-dopo il consiglio comunale: «Sono deluso soprattutto dai giovani consiglieri e dalla loro aggressività... - I commenti degli altri gruppi...

(m.t.) – La decisione di discutere l'ordine del giorno senza la sua presenza in aula proprio non gli è andata giù: «Una cosa indegna – commenta Giuseppe Marazzini, nella foto, promotore dell'ultimo ordine del giorno sulla questione Ikeache non fa onore al presidente del consiglio comunale, Michele Ferrazzano, e neppure al segretario generale Pierluisa Vimercati. Ma neppure a tutto il consiglio comunale, in cui la parte giovanile della maggioranza si sta comportando come i templari a difesa del Sacro Sepolcro. Hanno perso l'originaria spontaneità, la freschezza e la lucidità politica. Oggi, preferiscono seguire il "pifferaio" di turno, l'assessore Ferrè, prendendo in giro la gente, perchè sanno bene che accedere all'accordo di programma, com'è nelle loro annunciate intenzioni, equivale a favorire la realizzazione del progetto. Loro per primi, questi giovani, mi hanno profondamente colpito negativamente. Hanno messo in atto una modalità aggressiva che ha calpestato una consuetudine sempre rispettata in consiglio comunale. In assenza del promotore, un ordine del giorno è sempre stato rinviato alla seduta successiva».

«Questa Giunta – prosegue Marazzini, il giorno dopo la vivace seduta consiliare – non sarà complice di chi vuole a tutti i costi Ikea, ma offre la netta impressione di essere in sintonia con le operazioni in corso. E, per favore, evitiamo di parlare di referendum. Una grande boiata! Chi lo propone sa, per primo, che non può essere lanciato, sia per ragione regolamentari, sia perchè stiamo parlando di un territorio che non appartiene al nostro Comune».

Con la frase "Stasera, l'obbedienza non è una virtù", il consigliere della Sinistra Legnanese ha introdotto la questione dei "mal di pancia" all'interno del PD e anche oggi rincara la dose, quando afferma: «Da quando ho presentato l'ordine del giorno, sette giorni fa, nella maggioranza sono iniziate pressioni e anche qualcosa in più, per votare contro il documento che, bene chiarirlo, non voleva proporre un deciso sì o un no al progetto Ikea, ma far capire meglio l'indirizzo della nostra amministrazione. Qui, siamo di fronte, infatti, a un possibile consumo di suolo di proporzioni considerevoli, che non può lasciare tutti noi indifferenti o passivi in una continuo attendismo».

La seduta dell'altra sera, viene giudicata anche da altri gruppi e consiglieri comunali (in questa pagina i testi completi). Di seguito alcuni stralci.

Luciano Guidi (NCD) definisce l'avvenuta discussione come «un atto di arroganza da parte della maggioranza, espressione di una evidente volontà di non aprirsi al confronto. Ormai da due anni, questa Giunta raccoglie soltanto risultati fumosi e si salva solo per episodi isolati, come avvenuto ieri sera, grazie alla decisione di Berti di non lasciare il proprio posto».

«Inaccettabile e senza precedenti il comportamento della maggioranza – così si esprime anche Domenico Gangemi (Fratelli d'Italia – AN) – con la loro arroganza, hanno dimostrato di non accettare ancora una volta il dialogo con le minoranze,avendo la coda di paglia sul progetto IKEA ,lo dicano chiaramente che lo vogliono senza prendere in giro i legnanesi».

Daniele Berti (Gruppo misto), commentando la decisione di mantenere con la sua presenza il numero legale in aula, lancia un monito alla maggioranza: «Di fronte a un vomitevole teatrino, decido di rimanere per garantire il numero legale, perchè era importante, fondamentale, non rimandare un'altra volta sulla questione ikea. Dopo di me anche Cocciolo è rimasto in aula ma arrivato al punto numero 13 ha fatto un intervento e se n'è andato… Sapevo la posizione della maggioranza sulla faccenda IKEA, volevo si raccontasse a tutti i cittadini la LORO posizione, e lo hanno dovuto fare. Sono stato li a fronteggiarli, hanno votato contro ovviamente, ma hanno perso 2 volte: prima non accogliendo l'invito di spostare l'ordine del giorno e secondo hanno palesato dei mal di pancia interni veramente imbarazzanti. Voglio ricordare che già nel penultimo Consiglio a fine seduta gli abbiamo ricordato che potevamo lasciarli li senza numero legale, e uno, questa volta li ho salvati io, poi i JOLLY son finiti: detto chiaro e tondo NON VI FARO' PIU' DA STAMPELLA».

Amarezza viene invece espressa da Lorenzo Radice (capogruppo di Insieme per Legnano): « Quanto accaduto ieri sera in consiglio comunale ci ha lasciati amareggiati. Far mancare il numero legale interrompendo i lavori di un’istituzione che deve sempre lavorare per rappresentare i cittadini non ci piaceva quando eravamo minoranza (tanto che varie volte abbiamo garantito la prosecuzione dei lavori rimanendo al nostro posto) e non ci piace oggi che governiamo Legnano. Possiamo anche capire che la minoranza usi questo strumento per impedire l’approvazione di atti sostanziali, ma non quando si tenta di ricorrere a questi “giochetti” solo per mettere in difficoltà gli “avversari”».

«Duole dover sottolineare che la protesta aventiniana non era sostenuta da alcuna nobile motivazione – il commento di riLegnano – , bensì dal mero tentativo di approfittare dell'assenza di alcuni consiglieri di maggioranza, interrompendo così la discussione per mancanza del numero legale. E' da ammettere, senza scuse, l'errore della nostra coalizione, che non ha garantito le presenze necessarie per tutta la serata. E rientra perfettamente nelle norme la scelta di cavalcare questa situazione. Ciò non ci impedisce di rilevarne la bassezza né di evidenziare, al contrario, il senso di responsabilità di Cocciolo (UI) e Berti, unici oppositori rimasti sui propri banchi; ci risulta anzi complicato contraddire il compiacimento del consigliere ex M5S, che ha parlato di una sua "grande vittoria personale".

Redazione
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Pubblicato il 19 Marzo 2014
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