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I bambini e il cellulare

E' giusto regalare al figlio di otto anni un cellulare e deve essere controllato?

Rispondo con quest’articolo ad una lettrice di Legnanonews, Elena, che mi chiede se sia giusto regalare al figlio di otto anni un cellulare e se deve essere controllato. Questo problema riguarda ormai un po’ tutti i genitori, soprattutto ora che si sta avvicinando il Natale. Fino a qualche anno fa i bambini chiedevano giocattoli, magari anche tecnologici, ed i veri “problemi” erano posticipati verso i quattordici anni con la richiesta del primo motorino. Ora, generalmente, già a sette anni, i piccoli vogliono il cellulare: così come alla loro età la mia generazione portava orgogliosamente a scuola la collezione dei Puffi, ora, i bambini d’oggi, sfoggiano smartphone e tablet, che costano quasi come uno stipendio dei loro insegnanti. In Italia sono tanti i bambini ad essere proprietari di un telefonino, molti di loro già dalle prime classi elementari. Secondo un’indagine condotta nel 2014 da Eurispes, su un campione di 1.100 bambini e 1.523 ragazzi:

Il 62% dei bambini di età inferiore a dodici anni in Italia ha un telefonino personale e viene usato per molte ore al giorno per giocare, inviare sms e foto, telefonare, collegarsi a internet e a social network;

Il 44,4% dei bambini ha già un cellulare tra i 9 e gli 11 anni, mentre il 17,6 % ne possiede uno addirittura a 7 anni;

Il 21,9% dei ragazzi lo usa un’ora al giorno, il 14,7% da una a due ore, il 14,5% fino a quattro ore. Solo il 7,2% non lo usa mai;

L’1,2% dei ragazzi italiani non possiede un telefonino.

Del resto sono proprio i genitori ad essere i modelli peggiori, in quanto, anche a casa, mamma e papà spesso parlano al telefono, inviano messaggi, guardano Facebook. Perché quindi anche i bambini non dovrebbero averne uno tutto loro?

Innanzitutto perché ai BAMBINI IL CELLULARE NON SERVE. È un dato di fatto. Però potrebbe essere utile per i genitori per tenerli meglio sotto controllo, per lo meno questa è la motivazione che a volte adducono le mamme e i papà sostenitori della tesi del “sì”, diventando questo mezzo di comunicazione più un ansiolitico per mamme e papà ansiosi che un effettivo bisogno.

Tenerli sotto controllo rispetto a cosa? Un bambino non dovrebbe andare in giro da solo se non, talvolta, per brevi tragitti per recarsi a scuola o a casa del compagno a studiare. In questi casi, però, è sufficiente avvisare le insegnanti o la mamma del compagno di telefonare immediatamente ai genitori nell’eventualità che il piccolo non sia arrivato all’orario previsto. Se, invece, resta a casa da solo, il telefono fisso, per fortuna, non è ancora stato dichiarato fuori legge e (quasi) tutti ne possiedono uno, quindi si potrà tranquillamente contattare il bambino attraverso il telefono fisso per accertarsi che sia ancora vivo e che non abbia combinato danni. Come hanno sempre fatto i nostri genitori. Inoltre dal punto di vista psicologico rischiamo di dare un segnale molto contrastante: da una parte sei grande e puoi avere un cellulare, ma dall’altra sei piccolo e se non ti controllo anche per fare un breve tragitto non ce la fai. Si va così involontariamente a minare la fiducia che il bambino ha in se stesso.

Molti genitori regalano al figlio un cellulare per “essere uguale agli altri compagni che ce l’hanno”. Ma questo diventa veramente un bisogno dei bambini (che ovviamente non dovrebbe essere assecondato spiegando che il valore di sé non passa attraverso il possedimento di beni materiali) o un bisogno dei genitori? In quest’ultimo caso sarebbe utile che gli adulti si domandassero il perché il bambino deve diventare strumento (spesso compensatorio) per soddisfare i propri bisogni disfunzionali.

Non di secondaria importanza è l’uso che può essere fatto del cellulare senza una giusta educazione a questo mezzo. Un cellulare con un numero telefonico attivo consente ad un bambino di accedere a tale mezzo: informazioni, immagini e contenuti anche non adatti alla sua età. Già verso la fine delle elementari – se non prima purtroppo – i bambini accedono a siti ad altissimo contenuto pornografico, rischiando di apprendere informazioni non mediate dai genitori che lo conducono ad avere una visione distorta sul sesso. Per non parlare ovviamente del “cyberbullismo”: essere bulli dietro ad un cellulare è sicuramente più facile, e non di rado vedo nel mio studio adolescenti traumatizzati da messaggi violenti ed umilianti mandati dai compagni di scuola.

Un’ultima considerazione riguarda i danni fisici che i cellulari possono causare sui bambini: autorevoli neurologi affermano che le onde elettromagnetiche entrano più facilmente nel cranio dei bambini a causa delle loro ossa più sottile, potendo causare danni molto seri a breve e lungo termine.
Il cellulare, per tutte queste ragioni, non andrebbe concesso ai bambini: l’ideale è permetterlo dai 12/13 anni in su, quando il fisico è più sviluppato e quindi i rischi per la salute diminuiscono e quando un ragazzino ha più buon senso per gestire lo strumento e gli eventuali pericoli a esso connesso. A questa età, inoltre, un ragazzo inizia a uscire da solo e il cellulare ha anche la funzione di renderlo reperibile e controllabile da mamma e papà.

Nel prossimo articolo parleremo dei consigli su come utilizzare il cellulare con gli adolescenti.

Resto a disposizione per domande, chiarimenti, o per spunti su argomenti che desiderate approfondire.

Dott.ssa Federica Camellini

federicacamellini@libero.it

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Novembre 2015
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