A differenza di quanto accadeva in un passato piuttosto recente, oggi nascono relazioni tra persone che vivono la seconda parte della loro vita.
Parlare di amore, pensando a loro, non è più argomento tabù.
Certo il modo in cui si ama a 60 anni è diverso da come si ama a 20, ma non c’é un reale motivo per cui si debba a priori rinunciare a questo sentimento. Ma quali sono le particolarità, le differenze che caratterizzano il sano modo di viverlo?
Un amore sano nella seconda metà della vita…
… accetta i cambiamenti del proprio corpo e di quello dell’altro
Il corpo cambia. Generalmente in modo graduale, la differenza tra quanto era prima ed è ora diventa
percepibile.
Il processo non si arresta, a poco serve negarlo. Inoltre, la società odierna esalta le qualità fisiche della bellezza giovanile.
Ma provare attrazione e desiderio anche per quanto si distacca da quell’ideale, è del tutto normale.
Il fatto che la sessualità e la ricerca del piacere fisico continuino nella terza età, ne è riprova. Certo le modificazioni corporee si riflettono nel modo in cui l’intimità si vive, ma non per questo deve
essere, in condizioni fisiologiche, meno appagante.
Amare sé stessi e dare amore al proprio partner benché non si sia più ventenni, passa inevitabilmente attraverso l’accettazione dell’invecchiamento corporeo, senza che ciò rappresenti un limite insormontabile.
… sa prendere le distanze dal timore del giudizio sociale
L’amore non finisce a 60 anni.
Benché sia intuitivamente e razionalmente accettabile, non si può negare che ciò sia oggetto di pregiudizio.
Poco importa quanto realmente si percepisca dall’esterno, l’idea che amarsi dopo i 60 anni sia inopportuno e il timore di quello che gli altri (parenti, amici, conoscenti o altri) possano pensare limita perché risuona dentro di noi.
Ovvero non è tanto quanto la società ci consente, ma quanto noi stessi ci permettiamo di vivere.… spesso non è disposto a rinunciare ai propri spazi
Spazi, abitudini, tempi e scelte, sono libertà personali a cui non si rinuncia facilmente.
Quando non si è più giovanissimi si impara a non privarsene con troppa facilità.
Ne sono un esempio quelle relazioni nate dopo i 60 anni che spesso non esitano in una convivenza, benché si trascorra molto tempo insieme e senza che ciò venga percepito come un limite.
Negli anni una persona struttura la propria identità e quello che la contraddistingue è legittimamente difeso.
Questo non significa che con l’età si diventi più egoisti, anzi esempi di sana solidarietà sono all’ordine del giorno.
… si pone comunque dei progetti
Ogni relazione nasce su determinate basi e “tende verso” qualcosa.
Crescere come persone, avere figli, crearsi una famiglia … tutti quelli obiettivi genericamente previsti nel momento in cui una coppia si forma, sono perlopiù alle spalle della seconda metà della vita. Allora perché stare insieme?
Incominciamo a sottolineare che gli “obiettivi genericamente previsti” non sono più così tanto rappresentativi nemmeno di una coppia giovane.
Le transizioni culturali mutano e non è infrequente, per esempio, incontrare coppie che non desiderano sposarsi o avere figli. Quanto sarebbe stato insolito 30 anni fa, oggi non fa più parlare.
Nonostante ciò non si può dire che queste coppie non abbiano obiettivi, anzi!
Allora perché non dovrebbe averne una coppia nata dopo i 60 anni? Qualsiasi coppia si proietta nel futuro, anche se dichiara di dare più valore al presente che si vive giorno per giorno.
Porsi dei progetti è linfa vitale del vivere insieme, ha meno importanza quanto importanti sembrino. Continueremo nel prossimo articolo a parlare di questo argomento, che, vi sarete accorti, è talmente ampio da necessitare più tempo.
Ovviamente chiunque desideri portare la propria esperienza, il proprio punto di vista, il personale modo di viverlo mi scriva.
Quindi … qualsiasi domanda, commento o richiesta di chiarimento è, come sempre, ben accetto!

Stefano Landoni
Psicologo Psicoterapeuta
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www.studio-landoni.it