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Pendolari: tutti presenti, virtualmente

27 Novembre 2015

Gentile Direttore, mi riferisco all’articolo “Problemi dei pendolari” comparso oggi sulla Sua testata.

Premettendo che sono uno dei tanti viaggiatori giornalieri che prende il pullman Movibus per andare a Milano tutti i giorni, ho trovato un po’ azzardato il suo commento al termine del pezzo.

Fare facili illazioni sulle motivazioni di una scarsa presenza di pendolari (chiamando in causa addirittura la compresenza della partita di calcio), mi sembra un modo semplicistico (e mi lasci dire, anche poco elegante) di trattare la questione.

Le potrebbe essere sfuggito che per chi, come noi, esce di casa mediamente alle 7 del mattino e rientra alle 20, ci sono figli da seguire, anziani da accudire, pasti da preparare, commissioni da fare al volo prima che chiudano gli esercizi, (devo proseguire?)… 

Ci sono tante donne sul pullman che prendo ogni giorno; le vedo correre per non perdere la corsa, le sento telefonare durante il tragitto per organizzare le varie attività, insomma, fatico a pensare che mercoledì scorso fossero tutte davanti al televisore a vedere la partita (e per la cronaca, non c’ero neanche io!).

Inoltre, almeno i pendolari Movibus, erano ben presenti grazie ai nostri delegati Miriam Padovani e Maurizio Beretta i quali rappresentano gli oltre 1000 pendolari che, tra una partita di calcio e l’altra, hanno trovato il tempo di firmare la petizione online. 

Detto questo, mi sembra invece che in una società civile, non ci dovrebbe neanche essere bisogno di una “chiamata alle armi” per rivendicare i servizi più basilari come sono quelli del trasporto pubblico, e in questo senso mi sembra ingiusto mettere sullo stesso piano la scarsa presenza dei pendolari (comunque rappresentati dai propri delegati) con l’assenza degli interlocutori principali (vedi Trenord, Regione Lombardia e Consigliera Delegata ai trasporti). 

Non me ne voglia Direttore, ma Lei per primo non ci fa un grande servizio scrivendo commenti così frettolosi che altro non fanno che delegittimarci, servendo su un piatto d’argento comodi alibi per chi ha tutto l’interesse a eliminare/ridurre servizi.

Cordialmente

Gabriele Gramaglia – Legnano


Quando in città un problema è particolarmente sentito, le "chiamate alle armi" sorgono spontanee e i risultati si vedono. Basti ricordare le iniziative e i risultati portati a casa dai più diversi comitati (da quello della mensa scolastica a quello di via Oberdan per la questione rom, a quello degli avvocati per il giudice di Pace). Certo, dovrebbero pensarci da sè i nostri amministratori, ma, via, qualche volta bisogna anche aiutarli, spronarli, sollecitarli. E si aiutano con la presenza, solo con quella. Ma anche gli stessi rappresentanti dei pendolari avrebbero una carica un più, una motivazione ancora più profonda se, guardandosi dietro, trovassero fisicamente, e non solo virtualmente, un "esercito" di sostenitori. Sulla circostanza poi di essere personalmente d'aiuto o meno alla causa dei pendolari, beh, insomma, io credo che si aiuti qualcuno anche con una critica (quella dell'assenza per il calcio era ovviamente una provocazione) e non solo con qualche riga di pura e semplice piaggeria. Intanto, la mia riflessione sia qui, sia sui social network sta aprendo qualche discussione con pareri opposti e anche questo, secondo me, favorisce la divulgazione del problema vero: offrire un servizio migliore ai viaggiatori.

marco tajé

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