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Centro antiviolenza Filo Rosa Auser: “Non confondete i lettori”

5 Luglio 2015

Egregio direttore, come Centro Antiviolenza Filo Rosa Auser attivo a Cardano al campo e da marzo anche sul territorio di Legnano, ci uniamo allo sdegno espresso dall’associazione Ipazia. Non stiamo a ribadire i concetti già espressi da loro che condividiamo in pieno. Lasciamo ad avvocati e magistrati sollevare l’aspetto legale di questa pubblicazione.
Noi ci vorremmo soffermare sul contenuto etico e sociale delle sue parole di risposta.
Noi abbiamo sempre diffuso la cultura della non violenza e continueremo a farlo.
Avete dato voce a chi ancora ce l’ha, perchè ancora in vita.
Forse, per equilibrio e cultura, avreste dovuto far parlare, anche le controparti e qualcuno che s’intende di questi problemi. Questa è cultura della non violenza. Altrimenti rischia di essere tutt’altro.
Avete dato voce esclusivamente ad un uomo che vuole, dalle sue affermazioni, non essere dipinto come un mostro davanti ai suoi figli. Quanto sarà stato violento per loro questo atto compiuto da un “ non mostro” che ha ucciso la loro madre a colpi di mattarello, in maniera efferata , colpendola alle spalle? Non avete dato visibilità e parola a un detenuto che si ritiene ingiustamente accusato, ma a qualcuno colpevole di un reato penale compiuto.
Il tentativo di decontestualizzare l’atto compiuto, incrementa la solita trita teoria del raptus, che la violenza non sia un atto deliberato, e annaspa alla ricerca di giustificazioni.
NON ESISTONO GIUSTIFAZIONI ALLA VIOLENZA.
Inoltre quanto il pentimento viene dichiarato da simili persone per avere attenuanti alla pena?
Se di pentimento si trattasse , un decoroso silenzio sul male fatto, sarebbe la migliore presa di coscienza.
L’esperienza dei centri antiviolenza, che incontrano giornalmente tante donne, potrebbe aver molto da dire circa la tattica di controllo delle persone maltrattanti e violente. Si chiama ricerca di alleanze. Ma lo farò citando Lundy Bancroft, co direttore di Emerge, organizzazione che negli Stati Uniti si occupa di uomini maltrattanti, e autore della pubblicazione “ Uomini che maltrattano le donne”.
“Controllare e intimidire una partner è nonostante tutto un lavoro impegnativo. Quindi con il tempo lui si stanca di fare tutto da solo……”
Quindi cerca alleati.
“Sono tante le persone che un uomo maltrattante riesce ad ingaggiare come “agenti”: amici , parenti, insegnanti, psicologi, preti poliziotti, giudici, parenti di lei e , dopo la separazione, la nuova partner. Oltretutto pensa di meritarsi degli alleati, perchè pensa di essere lui la vittima”
Sì, sono estremamente convincenti , come afferma il dott.Laundry, che da vent’anni tenta la cura degli uomini violenti e che commettono femminicidi.
Permettere ad un uomo di veder pubblicata l’ulteriore violenza e confusione che cerca di buttare su i propri figli non ci sembra sia un atto non violento.
E altrettanto confusivo rischia di essere per i vostri lettori.

Centro antiviolenza Filo Rosa Auser di Legnano

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