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25 Aprile in Parlamento: dimenticate le Forze Armate

17 Aprile 2015

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Michele Galante, Presidente Ass.ne Nazionale Combattenti di Bergamo, già militare al Cdo Brigata "Legnano"


Ieri, 16 aprile, ascoltando i telegiornali nella pausa pranzo ho assistito alla commemorazione del 25 aprile avvenuta nel Parlamento Italiano con le più alte Cariche Istituzionali dello Stato; ho potuto costatare che tutti gli interventi vertevano sulle attività svolte dalle formazioni partigiane senza alcun modo avere dato spazio e ricordato il contributo fondamentale morale e di sangue dei Reparti Regolari delle Forze Armate Italiane.
Il messaggio che è stato trasmesso è stato a dir poco molto fazioso e parziale riguardo la storia della
Guerra di Liberazione; chi ha contribuito in modo deciso e determinante alla liberazione del suolo Patrio sono stati gli Alleati con i Reparti Regolari delle rinate Forze Armate Italiane (definite cobelligeranti dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943).
Ciò che affermo è a ragion veduta una verità storica che non può essere cancellata neppure da celebrazioni svolte con parzialità e ancora più grave svolte in un luogo come il Parlamento Italiano.
Sono tristemente sdegnato e rammaricato perchè si è persa un'altra occasione di dimostrare coesione nazionale anche dal punto di vista del ricordo storico; non ricordare i militari caduti dei Reparti Regolari delle FFAA è come ucciderli una seconda volta….
Vorrei ricordare alcuni dati e fare alcune considerazioni :
• i militari caduti dei Reparti Regolari delle FFAA nella Guerra di Liberazione sono stati circa 87.000;
• i militari dei Reparti Regolari che sono stati internati perchè si rifiutarono di collaborare con la Germania nazista e la Repubblica Sociale furono circa 600.000;
• le FFAA italiane parteciparono alla Guerra di Liberazione con più di 500.000 uomini divisi in Regio Esercito (400.000), Regia Marina (80.000), Aviazione (2.000) e Guardia di Finanza (3.000) compresi i Carabinieri inquadrati nel Regio Esercito;
• il contingente italiano a fine conflitto fu il secondo più numeroso dopo quello americano;
• parteciparono anche le Truppe Ausiliarie con un totale di circa 196.000 uomini;
• le Unità principali delle rinate FFAA nella Guerra di Liberazione che si svilupparono durante il conflitto furono: il I° Raggruppamento Motorizzato (5.000 uomini) che combattè a Montelungo, il Corpo Italiano di Liberazione (25.000 uomini) ed i Gruppi di Combattimento (LEGNANO, FOLGORE, FRIULI, MANTOVA, PICENO E CREMONA);
• la maggior parte dei primi partigiani proveniva da reparti sciolti delle FFAA italiane i cui soldati non poterono riparare al sud;
• l'addestramento e l'approvvigionamento mezzi e materiali ai partigiani avveniva tramite i reparti militari regolari e senza i quali avrebbero potuto fare poco o nulla.
Quei militari che prestando giuramento al Re, come Capo dello Stato Italiano di allora, consentirono la continuità legale e morale dello Stato Italiano: fecero la Guerra di Liberazione senza se e senza ma e senza pensare a ricompense.
Le nostre FFAA di oggi sono tali e portano ancore le stellette tanto amate e rispettate nel mondo grazie a quei giovani di allora che mantennero in vita le Istituzioni Militari e Civili combattendo in prima linea e guadagnando col sangue la libertà dell'Italia.
Con questa mia lettera non voglio offuscare il contributo di alcuno ma credo sia fondamentale che ci sia il rispetto della storia e di dare atto alle FFAA italiane di allora del loro fondamentale apporto alla nostra libertà di oggi.
In conclusione ribadisco ciò che ritengo grave è l'avere completamente dimenticato e non avere dato spazio ai rappresentanti delle FFAA di allora (reduci combattenti) e delle Associazioni che li rappresentano sopratutto in un luogo cosi laicamente sacro come il Parlamento Italiano.
W l'Italia, w la Repubblica, w le nostre FFAA sempre ed ovunque.

Il Presidente ANCFARGL BG
Michele Galante

 

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