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Ricordare la storia di Legnano anche grazie alle Locomotive

15 Dicembre 2014

Rispondo alla lettera di PRIMO PRANDONI – matricola 441361 ex dipendente Franco Tosi -, per ribadire che la frase "…che senso ha decorare una rotonda con una locomotiva…" non mi è affatto piaciuta.

Sabato pomeriggio, poi, sono andato a visitare la mostra di Guido Sutermeister a Palazzo Leone da Perego e leggendo il titolo "UNA VITA PER LA STORIA" ho avuto modo di fare una riflessione sulla lettera scritta da lei. Allora, mi son detto: NON ha capito niente sullo scopo che ha l'iniziativa dei promotori che si danno da fare per il bene di Legnano. Con l'inserimento delle due locomotive in siti adeguati, si vuol proprio fare storia e quindi cultura da lasciare ai posteri. La storia si racconta e la memoria realizza e rafforza l'onorata autenticità.

Nessuno vuole che la Franco Tosi scompaia anzi è vero il contrario, ma bisogna saper accettare i tempi che stiamo vivendo con la realtà di oggi molto diversa da quella di ieri. Bisogna farsene una ragione, salvando il salvabile da questa scellerata situazione di amministrazione straordinaria! Daniele Berti ci potrà relazionare e mettere al corrente degli sviluppi di questa iniziativa attraverso Legnanonews, per es. dando informazioni precise.

Basta, basta però con le polemiche da cortile per le iniziative suggerite a suo tempo, magari non felici, ma dettate dall'unico scopo di affrontare la situazione catastrofica nella sua realtà, cercando di dare una soluzione lungimirante a chi ha a cuore il bene della Città di Legnano. Per questo dico che un valido motivo per onorare i 90 anni della proclamazione dii Legnano Città si poteva inserire un motivo storico e popolare a testimonianza di chi ha fatto diventare grande la Città, onorando cioè tutti i lavoratori che hanno vissuto e speso la loro vita nelle varie realtà manufatturiere locali. Vi sembra poco?? Questo è il senso che ha "…la decorazione di una rotonda….": a farci ricordare il nostro passato e far sapere ai nostri nipoti, che poi lo racconteranno ai loro figli, quello che è stato il periodo fertile dell'industrializzazione del dopo guerra nella nostra Città. E questa non è cultura?? Saluto con stima il signor Primo Prandoni e tutti quelli che si adoperano per questa iniziativa collaborata. La parola passa ora a Daniele Berti. Con ossequi.

                                  Lu Nepote de Vevella – cittadino legnanese –

 

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