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I nostri figli, stranieri in Patria?

30 Settembre 2014

Buongiorno Direttore, leggo sul suo giornale che domenica a Palazzo Malinverni è avvenuta la consegna della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia e il mio pensiero va ai nostri bambini e ai nostri giovani in genere.

I nostri ragazzi non li consideriamo mai, per loro mai niente… Non che ci vogliano medagliette o diplomi, ma almeno parole di comprensione e di rispetto per chi, come loro, partecipa silenziosamente ad un cambiamento epocale che li coinvolge a 360 gradi.

La mia personale idea è che noi abbiamo dei figli che sono degli eroi, dei martiri se vogliamo. Nessuno mai ha un momento di attenzione, di riflessione, per i nostri figli. Abbiamo mai pensato, o magari chiesto loro, come vivono questo disordine sociale? Non pensiamo che anche loro andrebbero premiati “simbolicamente” per la loro partecipazione eroica a questo cambiamento?

Il problema dell’integrazione si genera quando  due culture diverse, che si confrontano e che cercano di capirsi, vivono quel momento con delle naturali difficoltà. E allora mi chiedo: “Perché carezze e cioccolatini a una parte e totale indifferenza per l’altra?”  Siamo solo capaci di criticarli perché considerati dei buoni a nulla e perché se ne vanno dalla loro terra.

Vogliamo fermarci e chiederci perché se ne vanno? Forse a casa loro si sentono stranieri in Patria!?!

Nicola Cavallari

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