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Sicurezza nei cantieri: al Castello un cattivo esempio?

12 Agosto 2014

Egregio Direttore, le faccio notare che il vostro articolo relativo alla posa del nuovo ponte sull’Olona è un esempio, in negativo, della sicurezza nei cantieri.

Sebbene le maestranze siano dotate dei DPI (dispositivi di sicurezza individuale) si nota chiaramente che un signore, che presumibilmente è il più alto in grado del cantiere, è completamente sprovvisto di ogni dotazione minima di sicurezza: scarpe antinfortunistiche, elmetto protettivo e giubbetto di segnalazione. In un’altra foto vediamo lo stesso signore, con un operaio accanto, che osserva l’andamento dei lavori. Nulla di strano se non fosse per il fatto che entrambi stazionano sopra una delle due spalle in calcestruzzo, a circa 1.5 metri di altezza, senza nessun tipo di presidio di sicurezza per le cadute dall’alto. Non ci sono né i parapetti ed entrambi non sono dotati di nessuna imbragatura collegata ad una linea vita.

L’immagine che ritrae 3 operai mentre sganciano le catene di sollevamento dell’impalcato ritegno sia emblematica. Le maestranze camminano sulle travi metalliche piolate (di difficile percorrenza proprio per la presenza dei pioli) senza nessuna rete di protezione inferiore(si vede chiaramente il fiume sottostante) e senza nessuna linea vita di sicurezza cui collegarsi. Un’attività di questo genere è da sospensione dei lavori immediata!

Le domanda principale che mi pongo sono: ma il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dov’era? Il responsabile della sicurezza dell’impresa dov’era? il Direttore dei Lavori dov’era? Il responsabile dei lavori dov’era?

Penso che tutte le figure coinvolte debbano fare una lunga riflessione sulle modalità di gestione dei cantieri, a maggior ragione per quelli ad evidenza pubblica. L’impresa, non mettendo in atto tutti i presidi di sicurezza, obbligatori per legge, ha sicuramente avuto un bel risparmio economico. Denari che però gli sono stati riconosciuti in appalto.

Infine Direttore faccio a voi una critica, in quanto rappresentanti dell’informazione. Non possiamo indignarci per le morti bianche sul lavoro e poi “elogiare”, con un articolo sul giornale, la posa di un ponte fatta in sfregio alle più elementari regole in materia di sicurezza.

Meditate gente… meditate!

Lettera firmata


D'accordissimo. Le regole sono regole e vanno rispettate, sia che si tratti del cantiere per il ponte sullo stretto di Messina, sia che riguardi il "ponticello" sul fiume Olona. Ma, via, siamo più sereni nei giudizi!
Noi non siamo le persone più qualificate per affermare che tutte le norme sulla sicurezza siano state rispettate o meno nella posa della struttura al Castello e lasciamo ai diretti reponsabili tutto lo spazio utile per una eventuale risposta.
Tuttavia, il tono della lettera, le manifeste accuse al direttore dei lavori, la decisione del mittente di non voler apparire con la firma ci pongono qualche dubbio. Il primo: abbiamo l'impressione che nel lettore stia prevalendo l'attacco diretto a una persona specifica al desiderio di diffondere davvero una migliore cultura della prevenzione e della sicurezza sui posti di lavoro. Il secondo: se il lettore è così convinto delle sue conoscenze, perchè, anzichè scrivere a un giornale muovendo critiche ingiustificate (noi, come altre testate, abbiamo solo evidenziato il fatto di cronaca, senza tutti gli elogi che ci vengono accreditati), non si attiva davvero per fermare i lavori?

Meditate lettori… meditate!

marco tajè

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