Quantcast

Città Metropolitana: “Oltre i campanili per dare risposte alla nostra gente”

E' questa l'esortazione che il sindaco di Legnano, Alberto Centinaio, ha rivolto ai suoi colleghi della Città Metropolitana...

«La tutela delle nostre comunità non può che passare dalla nostra capacità di uscire da aride visioni campanilistiche». E' questa l'esortazione che il sindaco di Legnano, Alberto Centinaio, ha rivolto ai suoi colleghi della Città Metropolitana nel corso della Conferenza dei sindaci che si è tenuta questa mattina (22 dicembre). Una risposta a chi nutre forti dubbi sulla nascente istituzione e la pensa comeparagonandola ad un organismo che tende a scavalcare le  singole municipalità. (Qui l'articolo: Statuto Città Metropolitana, "una vittoria per l'Alto Milanese").

Secondo Centinaio, al contrario, quella della Città Metropolitana è «una grande responsabilità ma anche  la possibilità di dare finalmente risposte adeguate alla nostra gente ai nostri cittadini chiedono a noi di dimostrare di essere all’altezza dei tempi con una visione politica che può e deve guardare lontano». Un ruolo decisivo deve essere però giocato dalle zone omogenee: «Occorre che la nascita di queste zone – ha dichiarato il sindaco di Legnano – non venga vissuta come un adempimento burocratico ma come una vera occasione per caratterizzare in positivo la nostra Città Metropolitana. Se vogliamo evitare che la C.M. sia la fotocopia in negativo della passata provincia occorre da subito impostare un assetto gestionale e organizzativo radicalmente alternativo. Bisogna passare da un modello centralistico e dirigistico ad un assetto poliedrico, flessibile e dinamico».

Di seguito l'intervento integrale del sindaco di Legnano, Alberto Centinaio.


Per tutti noi oggi è una giornata importante che ricorderemo a lungo. Oggi, con il nostro voto, possiamo dare vita ad un nuovo organismo da tempo auspicato, anche se purtroppo realizzato in tempi brevissimi, grazie ad un lavoro estenuante fatto dalla Commissione Statutaria, senza una adeguata condivisione. Gli altri territori ci guardano; l’Italia ci guarda, ma soprattutto i nostri cittadini ci osservano spesso con la diffidenza oggi riservata alla politica. Abbiamo una grande responsabilità dettata anche dall’impellenza del momento storico che stiamo vivendo.

Tra di noi ci sono colleghi che nutrono forti dubbi e perplessità sulla nascente Città Metropolitana. Soprattutto c’è chi pensa alla C.M. come ad un organismo che tende a scavalcare, diciamo pure a schiacciare, le nostre singole municipalità di cui siamo logicamente gelosi, privandole delle giuste  competenze che ognuno di noi vuole invece tutelare. Io penso al contrario che nello spirito dello statuto che andremo a deliberare, nulla ci sia che mette in discussione il principio della sovranità istituzionale delle nostre municipalità. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che anche il più grosso comune del nostro territorio, Milano compreso, non può oggi reggere alle sfide che altri territori europei e non ci inducono a fare. Come possiamo oggi realisticamente parlare come singole realtà per ciò che attiene allo sviluppo economico ed industriale, all’attrattività del nostro territorio, ai trasporti, all’ambiente… e l’elenco potrebbe continuare, senza una visione a dimensione sovra comunale e di zona omogenea? La tutela delle nostre comunità non può che passare dalla nostra capacità di uscire da aride visioni campanilistiche 

Certo nessuno di noi nega che le sfide che abbiamo di fronte sono enormi: da un lato va affrontato e risolto in tempi rapidissimi il nodo delle competenze, dall’altro quello delle risorse, per non parlare poi del problema del personale che certo non sta vivendo un momento di tranquillità.

C’è poi, come dicevo, la questione delle zone omogenee. Occorre che la nascita di queste zone non venga vissuta come un adempimento burocratico ma come una vera occasione per caratterizzare in positivo la nostra Città Metropolitana. Se vogliamo evitare che la C.M. sia la fotocopia in negativo della passata provincia occorre da subito impostare un assetto gestionale e organizzativo radicalmente alternativo. Bisogna passare da un modello centralistico e dirigistico ad un assetto poliedrico, flessibile e dinamico.

Le zone omogenee sono, a mio giudizio, lo strumento che può permettere alla nuova C.M. di dialogare attraverso procedure radicalmente innovative con i territori, con le istituzioni locali e con gli enti periferici.  Esse possono offrire agli enti locali un ambito permanente di confronto e di cooperazione, con il fine di promuovere e diffondere la gestione associata dei servizi anche su materie non pertinenti le finalità istituzionali della C.M.

Credo, e concludo, che mai come in questo momento abbiamo l’opportunità di essere artefici del nostro futuro e del futuro di chi verrà dopo di noi. Abbiamo grandi responsabilità, ma anche  la possibilità di dare finalmente risposte adeguate alla nostra gente ai nostri cittadini che chiedono a noi di dimostrare di essere all’altezza dei tempi con una visione politica che può e deve guardare lontano.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 22 Dicembre 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore