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25 aprile: “Il cuore della Resistenza deve ancora battere forte”

Celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione - Omaggio anche ai morti del Mediterraneo...

A 70 anni dalla Liberazione dal nazi-fascismo Cerro Maggiore non dimentica ed onora i suoi caduti. Il ricordo di quel 25 aprile 1945 è stato ravvivato oggi con i tradizionali cortei di autorità civili e militari a Cerro e Cantalupo. Le due sfilate hanno attraversato le vie del capoluogo e della frazione, omaggiando i martiri della libertà con la deposizione di corone di fiori in piazza Monumento, piazza don Bianchi e nei cimiteri cittadini, dove si sono svolte Messe commemorative.

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«Il 25 aprile è una data con un significato particolare per noi italiani: rappresenta la nascita della nostra democrazia». Così il sindaco Teresina Rossetti ha aperto il discorso dedicato a questa importante giornata. Un discorso che non si è limitato a guardare al passato ma che ha posto in rilievo anche vicende di attualità come il distacco dei cittadini dalle istituzioni e le tragedie dei migranti nel canale di Sicilia. «La Resistenza ci insegna che anche oggi, nonostante l'allontanamento dalle istituzioni, é necessario unirsi e migliorare l'Italia – ha affermato il primo cittadino -. Non dobbiamo dimentiarci dell'oggi,  dei caduti del Mediterraneo, di chi fugge da situazioni disperate». Un pensiero condiviso anche dall'ANPI locale. «Queste stragi sono un grande peso sul cuore e sono certo che i nostri partigiani avrebbero condiviso questa visione» ha commentato il presidente Gianni Zuretti. A suggellare queste parole, i fatti. Accanto alle corone in onore dei caduti della Resistenza è stato posato un mazzo di rose bianche: fiori in ricordo delle vittime del mare. Un invito della Città Metropolitana raccolto dalla Giunta cerrese.

A chiudere le celebrazioni le riflessioni di Zuretti che ha invitato tutti i presenti a non cedere al populismo e a riacquistare la propria libertà, dopo «20 sciagurati anni di impoverimento della nostra storia e della nostra cultura» anche a causa delle «posizioni storiografiche revisioniste e del numero sempre minore di testimoni diretti dei giorni della Resistenza». La memoria batte nel cuore del futuro, come cita lo slogan dell'ANPI. «Un cuore che deve ancora battere forte» ha chiosato Zuretti.

Redazione
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Pubblicato il 25 Aprile 2015
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