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Profughi: presidio alla ex Medea

La Lega torna alla carica: "L'Alto Milanese non ha la capacità di sostenere un'emergenza simile...

Dopo la visita dell'assessore regionale Bordonali, (qui il nostro precedente servizio), stasera, venerdì 1 luglio, presidio alla ex scuola Medea, considerata una delle possibili sedi di accoglienza per i profughi, inviati dalla Prefettura di Milano, in tempi ancora incerti, ma sempre più probabili dopo l'allarme di queste ultime ore, scattato a Milano dove non esistono più luoghi in cui ospitare i migranti in arrivo (leggi qui).

Pochi i residenti che, alle 18, hanno deciso di alimentare con la loro presenza il presidio, proposto da un Comitato presente in una pagina Facebook dal titolo "Non subiamo in silenzio". Alcuni, dopo circa mezz'ora, hanno lasciato via Barbara Melzi. Un presidio, quindi, con i residenti confusi e imbarazzati. 

Soltanto attorno alle 19, ecco comparire uno striscione, promosso da Catia Ucci, cittadina che lavora in zona e che abita tra Legnano e Canegrate. Sua l'idea del presidio, controllato a distanza dalle Forze dell'Ordine.

"Rifugiati non siete i benvenuti!", la scritta che campeggia sul lenzuolo e che, insieme alla sua promotrice, rimarrà fino alle 22 di stasera.

Intanto, torna a farsi sentire la Lega Nord, ancora più preoccupata, dopo la riunione di giovedì sera, in cui i sindaci della zona omogenea dell'Alto Milanese avrebbero redatto una bozza di protocollo d'intesa per l'emergenza profughi.

"Partiamo con i numeri – leggiamo in un comunicato firmato da Gianluca Alpoggio, segretario Circoscrizione Lega Nord Legnano – . Inizialmente l'emergenza era di 300 migranti che dovevano essere collocati nella caserma di proprietà demaniale, mentre ora sono circa un centinaio che trovano spazio nei comuni, con Legnano che è disposta ad accoglierne più del 70%. Pare chiaro a questo punto che al di la delle parole dei Sindaci di Legnano e di Inveruno, il territorio dell'Alto Milanese non ha la capacità di sostenere un'emergenza simile. Il protocollo poi non dà nessuna vera garanzia sul non utilizzo della caserma Cadorna. Essa pertanto potrà benissimo essere ripresa in considerazione in caso di "emergenza" poichè di proprietà del Ministero".

"Nel protocollo – conclude Alpoggio – non vi sono esplicitate le modalità di assegnazione degli enti gestori delle strutture/progetti e sulla tematica della sicurezza non sono precisate le strategie di rafforzamento della stessa nei vari Comuni e come gli enti sovraccomunali interverranno in merito. In definitiva ci troviamo ancora al punto di partenza con tanti dubbi e perplessità e con la sola certezza che l'Amministrazione legnanese sta giocando la partita a modo suo. E quando alla fine vedremo ottanta migranti in Medea ne avremo la riprova".

Marco Tajè con la collaborazione di Valeria Arini e Gea Somazzi

Redazione
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Pubblicato il 01 Luglio 2016
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