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Gruppo misto motociclistico sulle strade della Grande Guerra

Diario di bordo per un viaggio fotografico nella memoria...

Riceviamo e pubblichiamo:

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Gruppo misto motociclistico sulle strade della Grande Guerra 4 di 17

Dopo aver visitato i tanti fronti della Grande Guerra in tempi diversi,il PIAVE, Sacrario di REDIPUGLIA,il CARSO, gli ALTI PIANI di ASIAGO,decido di rivisitare la zona ,forse la più nota per il Ponte degli Alpini e la Canzone Sacra alla Patria ; Il MONTE GRAPPA territorio SACRO,in questo viaggio fotografico della memoria. Parto da Legnano per raggiungere il Lago di Garda costeggiare la sponda Lombarda per arrivare a Rovereto dove è d’obbligo la visita alla Campana che con i suoi cento ritocchi serali e di monito alla tragedia del 15/18. Si scende verso Schio ,facendo sosta al Sacrario sul Pasubio , Thiene ,Marostica arrivando così a Bassano del GRAPPA, sosta per visitare il famoso ponte, punto di saluto per chi doveva andare a combattere sul Monte Grappa e la storica distilleria Nardini . Un omaggio al monumento dedicato al Gen. Giardino, Comandante dell’Armata del Grappa, in lontananza il Monte Grappa con la cima ancora imbiancata dei residui di neve. Si inizia a salire sulla strada militare voluta dal Gen. Cadorna che porta il suo nome verso il Sacrario Militare del Grappa,una strada lunga circa 30 km con a sx varie caverne utilizzate come rifugio e dormitori dai soldati in transito verso le postazioni montane. Si arriva cosi sul piazzale della Caserma Milano ,poi alla galleria Vittorio Emanuele III con i suoi 5 km era il punto più difeso, entrando si vedono ancora le postazioni di mitragliatrici , i rifugi i dormitori e l’infermeria, risalgo arrivando al rifugio Bassano Grappa.

Il Sacrario Militare di Cima Grappa, realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello Scultore Giannino Castiglioni, si  sviluppa, da sud a nord, sul costone di Cima Grappa a 1.776 metri di quota. Il complesso monumentale ospita i resti di 12.615 caduti italiani e 10.295 caduti austro-ungarici, conservati in due distinte strutture, perfettamente collegate tra loro al centro di una serie di costruzioni destinate a servizi per visitatori e di monumenti commemorativi-religiosi.

Il Sacrario è introdotto da un ampio spiazzo che porta a una scala arcuata, delimitata esternamente da due piazzole circolari con al centro due pennoni portabandiera. I gironi sono stati realizzati in muratura portante di pietra del Grappa, e nella loro parte interna ospitano, in diverse tipologie di loculi, i resti degli oltre 12.000 caduti italiani. Al centro il Sacello della Madonnina del Grappa, la costruzione, di forma circolare, è realizzata in blocchi di pietra del Grappa al cui interno si trova la statua della Vergine con il Gesù Bambino tra le braccia, consacrata solennemente nel 1901 da Papa Pio X . Si racconta che la Madonnina fu colpita ad un piede da una scheggia ,questo piede fu raccolto da un Ufficiale di Parabiago che poi la riconsegno per il restauro.

Il Sacrario Italiano è collegato  quello Austro-ungarico dalla Via Eroica (ha origine dal Piazzale della Madonnina del Grappa e termina nel piazzale di ingresso del Portale Roma e l’Osservatorio) ed è caratterizzata da un percorso pavimentato in lastroni di calcestruzzo, chiuso tra sette coppie di grandi cippi sui quali, a rilievo, sono stati riportati i nomi delle località ove si sono combattute le battaglie più importanti del Grappa.

All'interno della Zona Monumentale si trova il  Rifugio Bassano, una struttura ricettiva per visitatori, la  Caserma Milano, al cui  interno è stato allestito un Museo Storico, con armi, attrezzature, foto e documenti tra il 4° e il 5° girone, in posizione centrale, alla sommità della monumentale la scalinata a che adduce al vertice del monumento,c’ è la tomba del Maresciallo d'Italia Gaetano Giardino, che prima di morire nel 1935 aveva espresso il desiderio di essere sepolto lassù tra i suoi soldati della 4 Armata, passata alla storia col nome di "ARMATA DEL GRAPPA".

Ripartiamo ,visitando le zone delle battaglie ,Monte Tomba ,Il Pertica,L’Asolone,Col del Miglio, Col della Beretta per poi scendere al ponte San Lorenzo,qui una targa ricorda che alcune pattuglie nemiche giunsero fino a qui, risaliamo verso Solagna ,Colli Alti che con il Col Moschin segnò la ripresa delle Armate Italiane . Arriviamo allo storico Albergo San Giovanni ,gestito da un pronipote della MOVM CAP. Ardito Angelo Zancanaro , l’ Alpino Luciano Favero che ha anche realizzato un interessante museo storico e ristrutturata la trincea che collega l’Albergo con la Chiesa di San Giovanni ,all’epoca sede di pattuglie nemiche che si trova a poche centinaia di metri dall’Albergo ora,ovviamente , ristrutturate furono centri di dure battaglie. Qui si distinsero in particolare modo i primi reparti di Arditi fiamme nere del IX reparto che riconquistando il Col Moschin ,(una colonna Romana e diverse trincee ricordano i fatti d’arme), permettendo agli reparti di avanzare. Un particolare storico, da questo reparto di Arditi Fiamme nere ha ereditato il nome il 9° Reggimento d’assalto Paracadutisti Col Moschin.

Qui termina il giro dei ricordi,un reverente pensiero e saluto a quei giovani che qui terminarono la loro esistenza ,un abbraccio agli amici Luigi C.,Luciano F.,Marco B., Walter R. ,si scende verso il ponte di Bassano una sosta obbligata, poi via verso casa.

Chiudiamo questa carrellata storica con un successivo moto pellegrinaggio al Santuario di GRAGLIA presso l’Altare Reale per commemorare i caduti dei tanti conflitti.

Sergio

Redazione
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Pubblicato il 27 Giugno 2016
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