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“Una storia irachena”, con lo “stringer” Andraus

Serata interessante anche con il giornalista Spampinato...

Una serata interessante e partecipata quella di ieri sera, giovedì 26, presso la sala delle vetrate della Famiglia Legnanese, per la presentazione del libro autobiografico “Una storia irachena – vita di uno stringer cristiano in Medio Oriente”.

Ospiti l’autore Anderious Oraha, più noto come Andraus, profugo residente a Legnano, e il giornalista Roberto Spampinato, da poco reduce dall’Iraq, dove ha realizzato un reportage sulla situazione dei cristiani, che andrà in onda lunedì 30 novembre su Rete4 nell’ambito del format “Terra”.

Dopo i saluti del Presidente della Famiglia Legnanese Gianfranco Bononi e dell’assessore comunale alla cultura Umberto Silvestri, l’incontro, moderato da Ivo Paiusco dell’Associazione De Gasperi, è entrato nel vivo del tema: la vita difficile e spesso drammatica dei cristiani in Iraq ieri e oggi.

Andraus ha descritto ai presenti il contenuto dell’attività dello “stringer”, ovvero una persona di fiducia capace di guidare i giornalisti esteri negli scenari di guerra, in un contesto a loro sconosciuto, quando non ostile, consentendo di procacciare notizie scansando il più possibile i pericoli e garantendone, se necessario, la protezione e anche la sopravvivenza personale. Andraus è stato per diversi anni in Iraq uno “stringer cristiano” cioè doppiamente sotto il tiro dei fondamentalisti islamici, in quanto collaboratore dei reporter occidentali e in quanto “miscredente”. In Iraq lo stringer era “un morto che cammina” e molti sono stati uccisi, come ha raccontato Andraus nel corso della serata, anche in riferimento a suoi amici personali.

Spampinato ha confermato come, per questo suo reportage ad Al-Qosh, cittadina cristiana a 80 chilometri da Mosul, si sia assolutamente dovuto servire di uno stringer, fornitogli dalla chiesa locale, proprio per evitare il rischio concreto, di essere venduto per denaro da un falso stringer a una banda di ribelli. La sintesi della sua esperienza è “un incontro con una comunità incerta del proprio futuro, di quanto potrà accadere domani perché a pochissimi chilometri dalle postazioni dell’Isis, ma dotata, grazie alla fede cristiana, di una grandissima dignità nel portare questo peso altrimenti angosciante, tanto da pensare ancora a nuove iniziative e capace soprattutto di far fronte all’emergenza del raddoppio degli abitanti in un anno, a causa dell’afflusso dei profughi dalle arre occupate dal califfato, senza far ricorso a tendopoli o campi profughi”.

Rispondendo poi a varie domande Andraus ha descritto i vari contesti vissuti, dalla guerra Iran-Iraq che lo ha visto per 14 anni sotto l’esercito, alla dittatura di Saddam nel suo periodo d’oro economico degli anni ’70, e nella successiva degenerazione tra embargo e guerre del golfo. L’intervento americano – secondo Andraus – ha avuto un effetto destabilizzante tragico per i cristiani in quanto, mentre prima in dittatura essi venivano tutelati come minoranza, successivamente gli occupanti occidentali non sono stati in grado di controllare gli antagonismi interni tra sunniti e sciiti e hanno consentito, non tutelando le frontiere, l’ingresso di milizie islamiche straniere nel territorio iracheno. Con l’occupazione americana inizia il periodo tragico per i cristiani, indifesi rispetto agli attacchi degli estremisti islamici, quando abbandoneranno l’Iraq più di un milione di cristiani, tra cui Andraus e la sua famiglia, giunti in Italia nel 2007 a seguito di minacce di morte dei fondamentalisti.

Infine dal confronto tra l’educazione alla fede ricevuta in Iraq e quanto praticato dai cristiani in Iraq è emerso un altro particolare testimoniato da Andraus: una fede che non si può scindere dalla persona (come non si può separare la farina dal pane, secondo un espressione di Luis Sako, patriarca dei caldei), che si poggia su un principio di autorità della chiesa e della famiglia nella vita della persona, fino a vivere l’esperienza del matrimonio “combinato” dai genitori come esperienza normale, pur dissonante dalla nostra mentalità moderna, e positiva, a giudicare l’albero dai frutti, come può confermare chi conosce la famiglia di Andraus, ieri sera presente all’incontro.

Il libro “Una storia irachena – vita di uno stringer cristiano in Medio Oriente”, di Anderious Oraha e Martino Rizzotti, editrice XY.it di Arona, è acquistabile nelle librerie tradizionali e on-line.

I.P.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Novembre 2015
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