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L'OSPEDALE DI LEGNANO IN TRIBUNALE PER LA MORTE DI UNA DONNA DI 47 ANNI

Sta arrivando alla sua comunque triste fine una vicenda che, targata ‘malasanità’, è durata quattro anni, ha visto il decesso di una donna di soli 47, ed ora trova un combattivo marito impegnato a far valere la giustizia. La vicenda, infatti, verrà discussa il 16 novembre in un'aula del tribunale della nostra città.

Il caso è quello della legnanese Piera Nebuloni, ricoverata la prima volta nell'aprile del 2005. Soffre per una colica renale e viene ricoverata nel reparto di urologia dell'ospedale di Legnano. Dopo esami e cure viene dimessa. Nel dicembre 2006, la donna cade a terra e si rompe un femore. E' un secondo campanello d'allarme per il marito, Daniele Truzzi, che si rivolge al centro ortopedico del Pini di Milano. In questo ospedale emerge la drammatica verità.

‘Un' ecografia all'addome – ci dice Daniele Truzzi – evidenzia un grosso tumore al rene e addirittura una metastasi al femore che l'ha praticamente distrutto’.
 
L'uomo richiede la cartella clinica del primo ricovero e fa analizzare l'urografia. Il duplice responso non lascia dubbi ai periti interpellati: ‘ Il primo – conferma Truzzi -mi ha detto che il tumore poteva già essere individuato e il secondo ha evidenziato che il cancro si era sviluppato al punto da ridurre la possibilità di sopravvivenza di mia moglie da un 70-80 per cento a un 8-10 per cento’.
 
La donna successivamente subisce un paio di importanti interventi: uno, al Pini, per la protesi al femore, l'altro all'Istituto dei tumori, per l'asportazione del rene malato.

Daniele Truzzi da un lato si attiva con un avvocato per mettere in mora l'ospedale di Legnano e per una causa civile all'ospedale stesso, dall'altro filma gli ultimi giorni di vita della moglie. Alla sua morte, ha inviato il video ai medici che avevano sbagliato la diagnosi. 

‘Tutto quello che faccio – conclude Daniele Truzzi – non mi restituirà  mia moglie, ma glielo devo per il male fisico e morale che ha dovuto subire a causa di medici i quali, comunque, sono ancora lì a lavorare in mezzo ai malati e invece è giusto che qualcuno li faccia riflettere su quello che hanno fatto’.

Oggi, prima del congresso sulle malattie infettive al Teatro Cantoni, abbiamo avvicinato la dr.ssa Carla Dotti, direttore generale dell'ospedale, che si è così epressa sulla vicenda: ‘Dobbiamo lasciare che a giudicare sia il magistrato. Noi, come ospedale di Legnano ma anch'io personalmente, non abbiamo mai lasciato soli la signora e il marito. Li abbiamo sempre accompagnati nelle cure, gli siamo stati vicini in tutti i modi. La malattia, tuttavia e purtroppo, ha avuto il sopravvento’.

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Redazione
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Pubblicato il 23 Ottobre 2009
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