Riceviamo e pubblichiamo:

Sta destando scalpore la notizia dell'ottenimento, da parte di ACCAM, della certificazione R1.

Molti si chiederanno cosa questo significhi, visti gli scenari apocalittici che qualche soggetto si è subito premurato di descrivere alla stampa, forse semplicemente disinformato o forse in malafede. Giusto tuttavia fare chiarezza. La certificazione "R1" è una codifica della valutazione dell'indice di Recupero Energetico: ovvero dell'efficienza dell'impianto che attualmente brucia rifiuti, producendo elettricità; si tratta del completamento di un percorso (irreversibile) iniziato nel 2013, quando l'ipotesi non era la chiusura dell'impianto, ma il revamping, per il quale l'ottenimento di questa certificazione era un paletto necessario.

Forse, quasi per assurdo, questa notizia dovrebbe essere accolta positivamente, perchè attesta che l'impianto risponde a rigidi criteri di efficienza e sicurezza dettati dalle direttive Europee (per quanto si tratti pur sempre di un inceneritore, aggiungiamo noi). E' vero che gli impianti R1 sono tra quelli che potenzialmente potranno essere chiamati allo smaltimento di rifiuti in eccesso di altre regioni, ma allo stato attuale non c'è una legge che obblighi ad assolvere a questo compito.

Su ACCAM ci siamo già espressi più volte, e la nostra posizione è stata inoltre condivisa e fatta propria anche dall'amministrazione comunale di Legnano: il futuro di ACCAM non sarà più la termovalorizzazione. Tale visione è stata condivisa dalla maggioranza dei comuni soci di ACCAM ed il compito del nuovo CDA è quello di studiare il piano per la dismissione dell'impianto attuale e la realizzazione di un moderno impianto di selezione a freddo. R1 o no, da qui non si torna indietro.

riLegnano