Per il secondo anno consecutivo, Francesco Wu, noto imprenditore legnanese (nella foto a sinistra, con il fratello Silvio)  è stato inserito da Milano Finanza, testata di Economia e Finanza, tra i 50 nomi cinesi più influenti nel creare un legame tra Italia e Cina, nel mondo del lavoro, della cultura, delle professioni. Legame fondamentale su cui appoggiarsi per chi con la Cina vuole avviare un contatto o approfondire quello esistente.

Il nome di Wu, titolare con il fratello Silvio del ristorante Al Borgo Antico alla Ponzella, ma anche presidente dell’Uniic, associazione milanese degli imprenditori cinesi, e consigliere della Confartigianato Alto Milanese, è affiancato a quello di personaggi come ambasciatori, consoli, titolari di imperi editoriali, ministri, presidenti e direttori di industrie che muovono l'economia mondiale.

Francesco, al tavolo con amici nel rinnovato ed accogliente Estivo del suo ristorante, gioca un po' a nascondino: "La notizia fa piacere naturalmente – il suo commento – ma non può essere un punto d'arrivo. Bisogna continuare a lavorare, ad impegnarsi, a collaborare. Essere di nuovo inserito in questo elenco per il secondo anno di fila mi fa capire che siamo sulla strada giusta, ma il cammino è ancora lungo".

Nel capoluogo lombardo, Francesco Wu, esponente di primo piano delle nuove generazioni, si fa valere a livello associativo. Oggi, la sua presenza è ritenuta interlocutore credibile dell’amministrazione comunale del capoluogo e "Uniic – conferma lo stesso imprenditore legnanese – è riuscita a farsi riconoscere importanti diritti per la comunità cinese nel pieno rispetto delle norme e della legge". 

Con tali credenziali, pronto a scendere in campo in politica, ad esempio nelle prossime comunali del 2017? 

"Per nulla – la risposta che non ammette repliche – oggi mi vedo solo nei panni di imprenditore. Amo troppo il mio lavoro e la ricerca di buoni affari per l'associazione, perchè possa affrontare impegni politici".

E, allora, questo fiuto per le trattative dove si sta indirizzando?

"Non nascondo che siamo arrivati vicini all'acquisto dell'Hotel Elitis, in piazza Frua, ma proprio il fiuto imprenditoriale mi ha allontanato dall'affare. Mi hanno frenato problemi contrattuali, ma non solo. Ero motivato, fortemente motivato dall'arrivo di Expo. Pensavo che sarebbe stata un'occasione da non perdere. Se sei un imprenditore e hai l'esposizione mondiale a due passi da casa, non puoi startene a guardare. Devi muoverti. Devi investire. Poi, però, ho analizzato meglio la situazione. Non ho visto in concreto quegli sviluppi che avevo solo immaginato. Insomma, ho lasciato perdere l'ingresso nell'ambiente degli albergatori e credo di aver fatto bene", la sua risposta, accompagnata quasi dall'attesa di un cenno di consenso del cronista.

"Adesso? Adesso – sorride convinto Francesco, con accanto il fratello Silvio che annuisce – ci rivolgeremo altrove… Non si può stare con le mani in mano".

Eh sì, d'altra parte, se sei di nuovo tra i 50 cinesi più influenti nei rapporti Italia-Cina, come si può pensare di restare esclusi da qualche importante operazione commerciale, anche qui sul nostro territorio?

"IO IMPRENDITORE SENZA CITTADINANZA"