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Profughi in città: le riflessioni della comunità cristiana

L'incontro promosso dalle Parrocchie cittadine con l'adesione dell'Associazione Alcide De Gasperi e del Centro culturale San Magno...

Mons. Cairati, a destra, e don Vavassori, durante la serata al Centro san Magno


In questi giorni, la comunità cristiana in particolare, ma, in generale, tutta la cittadinanza di Legnano è stata invitata a riflettere su un tema che suscita spesso perplessità, timori, opinioni contrastanti.

L'incontro, promosso dalle Parrocchie cittadine con l'adesione dell'Associazione Alcide De Gasperi e del Centro culturale San Magno, ha voluto essere l'occasione per far conoscere le finalità di iniziative già in atto nel nostro territorio e le possibili proposte sia di ambito ecclesiale che civile.

Il principio dell'accoglienza è stato il filo conduttore della serata, annunciato da Mons. Angelo Cairati che, in qualità di ospitante, ha introdotto la conversazione.

Il sindaco Centinaio ha dichiarato la propria disponibilità, come amministratore e come cristiano, per far fronte al problema, attualmente urgente, dell'accoglienza di stranieri e profughi. Ha affermato di sentirsi spesso solo e non capito per certe scelte di solidarietà che vedono messe in discussione tante sicurezze; la presenza della comunità ecclesiale apre un orizzonte di speranze anche per l'Amministrazione locale che attualmente sta ospitando profughi del Gambia.

Si tratta di persone molto giovani per le quali, su sollecitazione della Prefettura, è stato attivato un progetto di accoglienza e integrazione.

L'intervento di don Alessandro Vavassori, responsabile della Pastorale Migrantes per la Zona Pastorale IV, ha messo in evidenza l'azione esercitata nei confronti degli immigrati di fede cristiana.

Ha richiamato, don Alessandro, alla necessità di una cura particolare della pastorale dei “nuovi arrivati”. La Chiesa, per propria missione esperta di umanità, deve porre al centro della propria attività la relazione, deve favorire la costruzione di relazioni umane. In tale contesto anche la conoscenza dell'Islam può essere importante, non tanto per generare un dialogo, ma per organizzare relazioni e superare pregiudizi.

Per don Antonio Giovannini, che può dirsi veramente un esperto di rapporti con gli stranieri ( ha svolto per molti anni la sua missione sacerdotale in Albania, in una regione montuosa al confine con il Kosovo, é stato impegnato a ricostruire una comunità cristiana in una terra in cui il regime comunista aveva preteso di cancellare ogni traccia di fede ) è fondamentale il rispetto per le persone.

Drammaticamente toccante è stata la testimonianza di Anderious Oraha, profugo iracheno residente a Legnano da circa sei anni. Cacciato dal suo paese con lettera minatoria perchè cristiano e per aver lavorato con gli italiani, quindi stranieri e infedeli, ha raccontato la tragedia della comunità cristiana irachena. Riporta la preoccupazione del patriarca di Bagdad per la crudele azione di sterminio etnico che comporta anche la cancellazione di aspetti della cultura bimillenaria dell'Iraq. Tutto questo vissuto nell'indifferenza della comunità internazionale nei confronti del dramma dei Cristiani abbandonati.

La comunità cristiana di Legnano, sensibile alle problematiche emerse anche nel corso della conferenza, ha organizzato per mercoledì 29 ottobre una S. Messa che sarà celebrata alle ore 21 in San Magno. La celebrazione sarà anche momento di aiuto non solo spirituale ma anche materiale per i cristiani perseguitati e in fuga, le offerte dei fedeli presenti saranno devolute alla Chiesa irachena.

Maria Teresa Padoan

Redazione
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Pubblicato il 27 Ottobre 2014
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