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Don Mario Serenthà ricordato dalle Sorelle del Carmelo

A un anno dalla scomparsa, celebrata una messa da mons. Adriano Caprioli...

A un anno dalla scomparsa, le suore del Carmelo di Legnano hanno voluto ricordare la figura di don Mario Serenthà con la celebrazione di una messa e con queste considerazioni che pubblichiamo con piacere.


Domenica 17 agosto 2014 presso la Chiesa del Carmelo di Legnano è stata celebrata una santa Messa in suffragio di don Mario Serenthà, nel 1° anniversario della morte. Ha presieduto la celebrazione Monsignor Adriano Caprioli, vescovo emerito della Diocesi di Guastalla e Reggio Emilia e inoltre collega dello stesso don Mario negli anni che lo hanno visto Professore di Teologia presso il Seminario di Venegono. Hanno concelebrato diversi sacerdoti della diocesi, suoi colleghi e collaboratori.

La scelta di fare memoria di lui, scaturisce dal fatto che, per parecchi anni, don Mario ha presieduto la Messa domenicale in questa chiesa, costruendo un rapporto di fiducia, di stima e d’amicizia con la comunità claustrale, ma anche con tante persone della città, che hanno intuito e scoperto, nella sua predicazione, una profonda umanità, una preparazione teologica solida e una rettitudine di coscienza estrema.

Monsignor Caprioli ha tratteggiato, prendendo spunto dalla Liturgia della Parola del giorno, due caratteristiche di don Mario che ci piace riprendere, sottolineare e consegnare al ricordo dei lettori.

La prima è quella dell’accoglienza: don Mario credeva profondamente in questo valore, che scaturisce dalla fraternità vissuta e attinta dal Vangelo e dall’appartenenza ad una Chiesa, che per sua natura, è fatta per accogliere e non può prescindere da ciò in quanto “popolo di Dio in cammino”. Chi ha avuto il dono di ascoltare don Mario nelle sue omelie, ricorda che, secondo uno stile apparentemente provocatorio, di frequente richiamava la necessità che ogni Liturgia Eucaristica, per essere vera, andasse incarnata nella vita.

La seconda caratteristica è data dalla testimonianza, in quanto discepoli del Vangelo. Don Mario è stato testimone non solo nel ruolo d’insegnante, compito che ha svolto con profitto e utilità per la comunità del Seminario, ma anche negli aspetti più personali e relazionali.

Monsignor Caprioli ha ricordato un particolare tratto di tale caratteristica che don Mario ci ha consegnato silenziosamente e discretamente: la testimonianza nella sofferenza. Nella sofferenza altrui, che lo provocava, lo interrogava e che lo portava persino a “scaldarsi” con gli alunni e con i docenti su certi temi. Ma anche una testimonianza sofferta in prima persona. E qui monsignor Caprioli ha fatto cenno alla morte, improvvisa e tragica, in un incidente stradale, della madre.

Ci sembra di poter affermare che don Mario aveva compreso e fatta propria a tal punto la buona notizia del Vangelo, da non poter che avere a cuore che il progetto di Dio, la salvezza di Dio, la volontà del Padre, esattamente come Gesù. Ma Monsignor Caprioli chiedendosi in quale modo Gesù l’ha adempiuta ha sottolineato che la modalità è stata quella del “farsi carico su di sé, Lui innocente, della sofferenza, delle fragilità, delle povertà della nostra umanità”. E questa ci sembra essere anche la testimonianza che don Mario ci ha dato.

Le Sorelle del Carmelo di Legnano

Redazione
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Pubblicato il 25 Agosto 2014
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