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Profughi: allertati anche i comuni del Legnanese

Parabiago ha espresso la sua contrarietà, San Vittore Olona si è dichiarata impossibilitata ma disposta a collaborare e Legnano: «Se è necessario faremo il nostro dovere»...

Nuovi profughi stanno arrivando a Milano e  Legnano, come tutti i comuni dell'Altomilanese, è stata all'allertata per un'operazione di accoglimento.

«Se è necessario faremo il nostro dovere». È l'annuncio dell'assessore alla Sicurezza Antonino Cusumano che, nei giorni scorsi, ha partecipato all’incontro con il prefetto Francesco Paolo Tronca.

Diverse le posizioni di alcuni Comuni della zona sulla questione profughi: dopo Magenta che ne ha accolti 100, a Rho 13 migranti hanno trovato ospitalità, Parabiago ha invece espresso la sua contrarietà dichiarando di non volerne.

San Vittore Olona, da parte sua, si è dichiarata impossibilitata in quanto non ha spazi necessari ma è disposta a collaborare, mentre la giunta Centinaio ha dato la sua disponibilità: «Per ora non ci è ancora stato comunicato se dovremmo ospitare un gruppo di profughi – ha commentato l'assessore Cusumano -. Se la Prefettura ci  assegnerà alcuni migranti, noi faremo il nostro dovere».

Così, invece il sindaco di San Vittore Olona  Marilena Vercesi, presente all'incontro con il prefetto:«Si è trattato di una riunione orientata a verificare la disponibilità di ogni ente locale della provincia di Milano ad ospitare in strutture pubbliche millecinquecento profughi dei previsti 10mila richiedenti asilo politico che arriveranno sulle coste italiane in “transito”, quindi non stanziali, per un periodo di tempo non definito in previsione di raggiunge altre destinazioni, con buona probabilità dislocate nei paesi scandinavi».

«Durante l’incontro – commenta ancora Vercesi – sono emersi numeri allarmanti a causa del proseguire del fenomeno degli sbarchi e seria preoccupazione per la situazione ormai satura del comune di Milano, dovuta anche al recente afflusso di esuli siriani ed eritrei. Lo stesso Prefetto si è interrogato in più occasioni, mentre illustrava la situazione, “Dove li mando?” Certo, siamo perfettamente consapevoli dell’emergenza umanitaria in corso e che non sia concepibile che tale situazione gravi solo sulle spalle delle Amministrazioni del sud».

Il primo cittadino ha poi aggiunto: «Tuttavia, dopo aver effettuato un’indagine conoscitiva presso gli uffici competenti, com’era già noto, abbiamo verificato che nostro Comune non dispone di strutture idonee tali da poter assolvere a tale richiesta. Infatti i 50 appartamenti Aler e i 51 alloggi di proprietà comunale risultano già occupati e nondimeno sussiste una lista di attesa di 79 nuclei familiari, sia italiani che stranieri e molti con minori anche disabili a carico, di cui 8 a serio rischio di sfratto imminente. Anche le nostre palestre, inserite nel Piano di emergenza della Protezione civile come luoghi di accoglienza in caso di evacuazione della cittadinanza nell’ipotesi di una grave esondazione del fiume Olona, non potrebbero essere considerate idonee all’uso e tantomeno abbiamo strutture dismesse in città che possano essere considerate abitabili. Ad ogni buon conto ci siamo già attivati per affrontare il problema in modalità partecipata con le realtà associative del terzo settore che aderiscono alla Consulta locale del Volontariato al fine di trovare soluzioni sinergiche che possano rispondere a quest’emergenza».

Considerato che la diaria messa a disposizione dal Governo per ciascun profugo sale per questa ondata migratoria da 30 a 35 euro e che nell’accordo di accoglienza si specifica che prima di assegnare ai diversi Comuni queste persone sarà garantita la loro identificazione e la verifica delle loro condizioni sanitarie, Vercesi ha manifestato alcune perplessità: «Se anche i comuni e le strutture eventualmente messe a disposizione dal terzo settore dovessero arrivare allo stremo della capienza cosa accadrà? Chi risponderà? E quali sono le garanzie in tema di sicurezza e rischio sanitario? Inoltre il periodo di permanenza viene definito solo genericamente “transitorio” ma di quanto ne sarà effettivamente l’entità non è dato saperlo. Anche su come saranno effettivamente impiegati i 35 euro per profugo erogati alle organizzazioni, spesso cooperative o strutture alberghiere, che li prenderanno in carico, non vi è alcuna chiarezza. L’accoglienza per fronteggiare l’emergenza profughi non deve trasformarsi in un affare come già sta’ accadendo in Sicilia dove, ad esempio, molti alberghi riempiono le stanze di migranti, procurandosi così un business ipergarantito».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Luglio 2014
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